L’Ufficio Tratturi di Foggia? Ormai, di fatto, quasi trasferito a Bari. Il Parco Tratturi istituito dalle legge regionale n.29/2003? Dimenticato. Il Museo cartografico dei tratturi e della civiltà della transumanza allestito da Michele Pesante, quando dirigeva il glorioso Ufficio Tratturi? Boh…
Abbiamo scritto ieri della importanza di questa struttura, e del ruolo nevralgico che dovrebbe avere nel recuperare Foggia sia nei “cammini” dei pellegrini dai quali è stata esclusa, sia negli itinerari della transumanza, recentemente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Per capire lo stato dell’arte ci siamo affidati alla rete. I risultati della ricerca su Google sono stati a dir poco sconcertanti, ma utili a capire. Di fatto l’Ufficio Tratturi di Foggia, quale struttura autonoma preposta alla gestione del demanio armentizio non esiste più.
Come risulta dall’organigramma regionale, è confluito nel Servizio Amministrazione Beni del Demanio Armentizio, Onc e Riforma Fondiaria che ha sede a Bari (via Gentile) ed è diretto, ad interim, dalla dott.ssa Costanza Moreo, che è anche Dirigente della Sezione Demanio e Patrimonio.
Le competenze riguardanti il demanio armentizio che fanno capo al Servizio sono le seguenti: Atti di disposizione del demanio armentizio (concessioni, alienazione e trasferimento a enti); Pianificazione e valorizzazione dei Tratturi (Quadro di Assetto, Documento di valorizzazione); Supporto alle amministrazioni comunali nella redazione dei Piani Locali di Valorizzazione. È scomparso qualsiasi riferimento al Parco Tratturi.
Al servizio fanno capo diversi uffici, diretti da funzionari con “posizione organizzativa” (dotati, cioè di una certa autonomia gestionale). Due di tali uffici fanno riferimento ai tratturi. Il primo ha sede a Foggia. È denominato gestione del demanio armistizio, e detiene la responsabilità della gestione di tutti i procedimenti afferenti i beni tratturali, con adozione dei relativi atti; la gestione delle procedure dismissive al fine di intensificarle; la predisposizione delle proposte di deliberazione finalizzate alla dismissione dei beni tratturali; il rilascio autorizzazioni e nulla osta; la tenuta della contabilità ; la responsabilità nella gestione della sede e dei dipendenti ivi incardinati.
L’altro ufficio, che si occupa degli aspetti tecnici del demanio armentizio, non sta più a Foggia ma a Bari: gestisce le attività tecniche relative ai beni tratturali, con particolare riferimento alle operazioni di regolarizzazione catastale, supporto tecnico nelle procedure alienative, supporto al Presidente della Commissione di Valutazione dei Beni Immobili Regionali nell’espletamento delle attività alla stessa spettanti e raccordo con il Servizio, componente del Collegio Usi civici.
Basta scorrere l’elenco dei compiti affidati ai due uffici per rendersi conto che gli obiettivi “dismissivi” prevalgono su quelli che riguardano la valorizzazione dei beni tratturali e che nessun cenno si fa del Parco Tratturi, pur previsto da una legge regionale.
Della vecchia rilevanza dell’Ufficio Tratturi sopravvive soltanto la consistenza del personale preposto: nelle stanze di Piazza Cavour 23, lavorano nove unità tra funzionari e impiegati. Qualche anno fa erano 22. L’organico complessivo del servizio, nelle diverse sedi, è di 18 unità.
E l’ufficio parco tratturi? La sola traccia restituita dalla rete è un vecchio indirizzo di posta elettronica certificata, censito nell’apposito indice della pubblica amministrazione, facente capo a Michele Pesante, che ormai da tempo si gode la meritata pensione (ma che, per fortuna, non ha mai smesso di battersi perché l’Ufficio Tratturi resti a Foggia e possa diventare il fulcro di una complessiva valorizzazione del patrimonio fratturale regionale).
E che ne è del Museo cartografico dei tratturi e della civiltà della transumanza? Caduto nel dimenticatoio.
“Il Museo è curato dall’Ufficio tratturi della Regione Puglia e raccoglie le riproduzioni dei tratturi estratte dagli atlanti d’archivio, rendendo visibile e accessibile l’intera rete tratturale. La rappresentazione dei percorsi tratturali consente di percepire la bellezza e la complessità del materiale cartografico elaborato da disegnatori e agrimensori anche a seguito delle reintegre effettuate nelle varie epoche a partire dal 1651. La Regione Puglia consapevole della necessità di salvaguardare, di tutelare l’inestimabile ricchezza della rete tratturale e la sua possibile fruizione culturale ed ambientale, ha approvato la legge 29 del 2003, che prevede la costituzione del Parco Tratturi della Puglia.”
Così scriveva Carlo Finocchietti in una recensione pubblicata qualche anno fa nel sito Camminare nella Storia. Di quel Museo oggi non si parla più, come non si parla più del Parco Tratturi. L’impressione è che, purtroppo, Foggia abbia smesso di camminare nella storia. Che peccato.
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