Dopo la clamorosa esclusione del capoluogo dauno, sancita dalla Giunta Regionale, si torna a parlare di Via Francigena a Foggia. Anzi, a dirla tutta, si comincia a parlarne, perché le polemiche sulla scelta della Regione erano state accolte con il consueto torpore, frammisto ad imbarazzo, da parte della classe dirigente cittadina.
A muoversi è il consiglio comunale, grazie all’iniziativa di Giovanni Quarato, presidente della terza Commissione consiliare “Ambiente e Territorio” che ha promosso un convegno sull’argomento. L’incontro si terrà giovedì 13 febbraio con inizio alle 16.30, presso il Palazzetto dell’Arte in via Galliani.
Interessante e qualificato il parterre dei relatori che affronteranno il tema, come s’usa dire, a trecentosessanta gradi.
Dopo l’introduzione di Quarato e i saluti dell’assessore comunale alla cultura, Anna Paola Giuliani, interverranno Aldo Patruno, il dirigente regionale che ha istruito la delibera di individuazione del tracciato (La Via Francigena nel SUD: lo stato e la visione per il territorio); Lorenzo Infante (Università di Foggia, Vie e cammini storici della Provincia di Foggia; Pasquale Pazienza (Università di Foggia, Il turismo “lento” e le prospettive economiche per il territorio); Michele del Giudice (Comitato regionale dei cammini, Un’ipotesi di cammino della Capitanata); Renato Di Gregorio (Impresa Insieme, L’organizzazione territoriale: un modello per lo sviluppo locale); Gaetano Cusenza (Associazione Comuni Foggiani, L’esperienza del Comune di S.G. Rotondo); Rosalia Di Mucci (Comune di Troia, Lo snodo della Via Fancigena in Puglia), Caterina Forcella (CAI Foggia, Il “Sentiero Italia”); Luigi Colapietro (Associazione Ipogei, Gli itinerari urbani).
Le conclusioni saranno svolte da Francesco d’Emilio, delegato alla Programmazione di area vasta del Comune di Foggia.
L’iniziativa è senz’altro apprezzabile, ma con tanti relatori e tanti temi da affrontare si corre il rischio di non dare il giusto risalto a quello centrale, all’interrogativo che da qualche mese si sta ponendo l’opinione pubblica cittadina: perché Foggia è stata esclusa dal tracciato? Sicuramente non può trattarsi di una ragione storica: la presenza di Foggia nel percorso (che, più precisamente, era la via Micaelica) è attestata da una congerie di documenti.
A mezza bocca, sui social si è parlato di una esclusione determinata dal disinteresse dell’Amministrazione Comunale, ed anche rispetto a questo sarà il caso che domani venga fatta chiarezza, e si parli non solo di temi aulici, ma di delibere, di provvedimenti amministrativi che sono o non sono stati adottati, e soprattutto delle concrete prospettive di recuperare Foggia, prima che il provvedimento definitivo venga adottato dall’organismo competente, che è il Consiglio Europeo.
Un’altra motivazione circolata sui social è che Foggia non sarebbe logisticamente idonea all’attraversamento dei pellegrini. A smentire categoricamente questa ipotesi è Michele Pesante, presidente della Associazione Tratturi e Transumanza, che conosce benissimo la materia, anche per essere stato, in passato, dirigente dell’Ufficio Tratturi della Regione Puglia.
Michele Pesante ha messo a punto una dettagliata ipotesi progettuale che è stata presentata nell’ultima puntata della trasposizione televisiva di Lettere Meridiane, in onda su SharingTv. La pubblichiamo anche come contributo al confronto di domani.
Potete guardarla qui sotto.
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