Nella sua fulgida carriera, suggellata dal leggendario urlo dopo il gol nella finale mondiale contro la Germania in Spagna nell’82, Marco Tardelli ne ha affrontati di campioni, da Maradona a Platini. Ma sapete chi è il giocatore che lo ha messo in difficoltà più di tutti? Uno che ha indossato la maglia del Foggia, ma a meno che non abbiate una certa età e non siate proprio appassionati tifosi rossoneri non lo indovinereste mai, nonostante lo sveli l’immagine che apre il post (leggete dunque tutto, per scoprirlo).
Devo la dritta a quell’impareggiabile cercatore (nonché saggista e storico) di cose calcistiche foggiane, che è Giovanni Cataleta e che ha ripescato, mandandomelo su whatsapp, il video dell’intervista resa qualche anno fa dal campione del Mondo a Futbol, bel programma di approfondimento pallonaro de La7 condotto da Andrea Scanzi, accompagnandolo da un messaggio tanto laconico quanto intrigante: “Il giocatore che ha messo più in difficoltà Tardelli è stato un calciatore del Foggia. Prima di ascoltare sai chi è?”
L’intervista che risolve il rebus fu rilasciata all’indomani della pubblicazione dell’autobiografia Tutto o Niente, scritta a quattro mani da Tardelli con sua figlia Sara.
“Nel libro si scoprono cose veramente bizzarre – dice ad un certo punto il conduttore. – Nella tua vita tu hai giocato con o contro campioni come Pelè, Maradona e Platini, e si scopre che quello che ti ha messo in difficoltà è tal Nicola Ripa, attaccante della Sambenedettese e del Foggia. Ma che aveva questo Ripa?”
“Non lo so – risponde Tardelli – era un giocatore forte fisicamente, con un gran dribbling, che mi metteva sempre in difficoltà, nelle quattro volte che l’ho incontrato. Non ho mai capito veramente il motivo.”
Allora, ve lo ricordate il “tal” Nicola Ripa? Io sì, prestante fisicamente, piedi buone, talentuoso, quando era in giornata faceva venire il capogiro a quelli che dovevano marcarlo. Nel Foggia ha disputato tre campionati, due di serie A e uno di B, in un periodo molto critico per la compagine rossonera, che fu protagonista di due retrocessioni consecutive.
Nelle tre stagioni rossonere, Ripa scese in campo 44 volte, marcando due gol. Con la maglia del Foggia mise a segno anche quella che sarebbe rimasta la sua sola rete in serie A. Il 5 dicembre del 1976, a Firenze, al 45’ segnò in mischia, raccogliendo una respinta della difesa viola dopo un tiraccio di Domenghini. Per il Foggia fu il momentaneo pareggio: la partita si concluse con una secca sconfitta, 4-1.
Fu in un certo senso il gol dell’ex perché Ripa si era formato calcisticamente nelle giovanili della Fiorentina: “Era un ragazzino allora – raccontò negli spogliatoi al cronista della Gazzetta del Mezzogiorno – e i miei sogni avevano sempre per scena questo stadio, questa squadra, questa gente. Giocavo nella primavera ma non riscossi eccessiva fiducia. Sono contento del gol, speravo che potesse essere la rete decisiva per un risultato utile, invece adesso mi ritrovo con un gran magone addosso.”
Il buon Nicola dev’essere stato veramente un incubo per Marco Tardelli, che ha ripetuto gli stessi concetti espressi a La7 anche in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni sulle colonne del Corriere dello Sport. “Non mi faceva vedere palla”, ha puntualizzato raccontando di aver pensato “alle corse appresso a Ripa” perfino durante il leggendario urlo dopo il gol del Mundial.
L’avesse saputo il buon Ettore Puricelli, l’avrebbe senz’altro fatto scendere in campo nelle quattro occasioni in cui il Foggia sfidò la Juventus. Fosse stato così, Marco Tardelli e Nicola Ripa avrebbe potuto ritrovarsi sul campo da avversari. Invece Ripa restò in tribuna.
Le quattro sfide evocate da Tardelli nel libro e nell’intervista si riferiscono a quando il giocatore militava in serie C, con il Pisa, e Ripa indossava la casacca della Sambenedettese.
“Ricordo bene i nostri “scontri” – ha raccontato l’attaccante al Corriere Adriatico -, effettivamente si creava sempre una somma di situazioni per cui riuscivo spesso a farla franca nel confronto con lui. Ma erano episodi fortunati visti i traguardi che poi lui ha raggiunto”.
Quando Ripa ha appreso che Tardelli lo ricordava come il calciatore che gli aveva dato più filo da torcere ha voluto telefonargli: “me lo ha passato un amico comune e lui si è presentato dicendomi che ero stato il suo incubo. Cosa gli ho risposto? Gli ho chiesto perché mi stesse prendendo in giro”.
Certo è che i due hanno scritto una bella e simpatica pagina di sport.
Views: 0
Bellissimo articolo che recupera uno dei migliori calciatori del Foggia di quegli anni.
Anch’io lo ricordo bene Ripa. All’epoca lavoravo a “Teleradioerre” e facevo le interviste del dopopartita allo ‘Zaccheria’, mentre la telecronaca la faceva il grande Gino Caserta dalla vecchia tribuna stampa, e mandata poi in differita. Altri tempi!!
Poi, credo fosse il martedì o il venerdì, c’era il programma sportivo in studio e venivano come ospiti diversi giocatori del Foggia e l’allenatore (simpaticissimo era Ettore Puricelli, con cui ci sfottevamo perchè lui uruguaiano e io brasiliano di nascita!). Ripa però era più riservato e veniva più raramente.