Romano Baratta, designer della luce, è tra i foggiani più creativi e talentuosi. Ai già diversi riconoscimenti ottenuti dal suo Lighting Studio ne aggiunge un altro, particolarmente significativo, il Designer Awards per la categoria Lighting Designer of the Year 2019
Northern Italy.
Il premio è indetto dalla nota rivista inglese di settore LUXlife che analizza il lavoro e la qualità progettuale degli studi di lighting design nelle varie nazioni. Lo studio del foggiano Baratta è stato giudicato il migliore nel Nord Italia, a conferma che il genio e la creatività meridionale s’impone anche al Nord.
Legittima e ampiamente meritata la soddisfazione di Baratta: “Questo riconoscimento ci onora e ci premia, per l’immensa dedizione che dedichiamo al miglioramento dell’illuminazione negli spazi. La continua ricerca è alla base del nostro modo di operare. Per noi la luce non è solo tecnica, ma è soprattutto benessere e identità. La nostra volontà è di offrire sempre nuovi modi di intendere lo spazio e aprire nuove frontiere dell’esperienza ambientale. Comunicare e rendere lo spazio un luogo dove l’eleganza e la bellezza si manifestano.”
Romano Baratta è rimasto sempre profondamente legato a Foggia. In collaborazione con l’amministrazione comunale ha firmato occasione dello scorso Ferragosto, VIALANZAlightscape, una spettacolare regia luminosa della nuova via Lanza, divenuta primo esempio di un percorso pedonale divenuto spettacolo di luce e per questo più attraente, conviviale ed accogliente.
“La luce – si legge nella pagina web dello splendido sito di Romano Baratta che illustra il progetto di via Lanza -è una forma di comunicazione semplice e diretta, di cui non è necessario conoscere le regole e ne essere dei tecnici per comprenderne i messaggi, ma basta viverla.”
Nello scorso mese di dicembre, Baratta ha lanciato una nuova sfida progettuale, che sarebbe bello potesse trovare proprio nella sua città, Foggia, il suo luogo d’erezione: “Ridare luce alla nostra storia”, facendo in modo che le statue, i monumenti, i luoghi topici cittadini riprendano a dialogare con la città, intesa non soltanto come spazio fisico, ma anche come comunità di persone.
Il progetto è tanto ambizioso quanto suggestivo. “Le statue dedicate ai nostri eroi e ai nostri illustri connazionali – spiega Baratta – sono abbandonate. Non sono presenti nella nostra quotidianità urbana. Le statue classiche non erano delle inebetite presenze senza anima, ma erano piene di vita. Erano colorate. Si manifestavano forti nel paesaggio urbano. Erano parte viva della città.”
Grazie alla light art e al lighting design si potrebbe dare vita nuova a statue, piazze, monumenti, restituire loro il legame profondo con il posto in cui sono collocate e con la sua comunità.
“Con la luce – aggiunge Baratta – è possibile farlo senza essere invasivi e deturpare i monumenti. Con una illuminazione mirata, elegante e ragionata si permette a questi monumenti di acquisire forza espressiva nel caotico clima urbano. Questi personaggi possono trasmettere attraverso la luce il loro messaggio storico. È il momento di ridare vita alla nostra storia e di ricordarci chi siamo, per non perderci.”
Quando ho letto queste righe, ho fatto un sogno. Ad occhi aperti. E se proprio la luce restituisse senso, dignità, futuro alle tante tracce di quella Foggia fridericiana e medievale sommerse dalle ingiurie della storia e del tempo?
Che ne pensate cari amici e lettori di Lettere Meridiane? Fate assieme a me un applauso al Romano Baratta, e dite la vostra.
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