Cultore di storia locale, scrittore (ha recentemente pubblicato Foggia 28 Aprile 1898 – Anatomia di una rivolta, in cui racconta con molti particolari inediti i Moti della Fame che sconvolsero il capoluogo dauno, alla fine dell’Ottocento), Raffaele De Seneen scende in campo per dire “no” alla secessione dei ricchi mascherata da autonomia differenziata, propugnata dalle regioni Veneto e Lombardia.
De Seneen affida a Lettere Meridiane il suo appello, lucido e pieno di passione civile. Eccolo (g.i.)
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ATTREZZIAMOCI!
Questo è l’appello che rivolgo ai conterranei e conterroni.
Delle venti Regioni d’Italia ben cinque già godono di una forte autonomia rispetto alle altre in virtù di un dispositivo costituzionale che prevede per loro uno Statuto speciale. Una di queste, il Trentino A. A., a sua volta è composta da due Province autonome.
A queste, il dibattito è dei giorni nostri ed è forte, si stanno aggiungendo altre tre regioni già in trattativa con lo Stato centrale per acquisire un’autonomia differenziata …. e progressiva aggiungerei.
Alla fine, ammesso che il giochino si fermi qui, avremo 5 regioni di serie A, tre di serie B, il resto di serie C. Queste ultime a rappresentare il 60 su 100, considerando che il rimanente 40 non è poco.
Vere ma ormai datate considerazioni di ordine storico e geopolitico dettero vita alle Regioni a Statuto speciale. Nonostante il passar del tempo e il venir meno quasi del tutto di quelle ragioni nessun passo è stato fatto verso la parificazione o normalizzazione.
Le nuove richieste di autonomia si fondano su altro che ben conosciamo e che ben viene evidenziato e supportato da chi vi aspira.
Considerato il NO al referendum costituzionale Renzi-Boschi del 4 dicembre 2016 che prevedeva fra l’altro la soppressione dell’elenco delle materie di legislazione concorrente fra Stato e Regioni, ben venti, che sarebbero ritornate nell’esclusiva potestà legislativa centrale (un campanello di allarme inascoltato!), anche oggi, ed al proposito, vedo e sento partire da un Sud che si sente scaricato, ma forse anche abbandonato, una serie di NO, a partire da Pino Aprile e tanti altri ancora. E non è che Pino Aprile, come gli altri, non argomenti e avanzi le sue ragioni!
È che Pino Aprile, come gli altri, non stia pensando a un piano B: Cosa fare, come comportarsi, dopo (o prima) che questa “disastrosa” autonomia verrà concessa?
Un referendum! Si può fare? Ammettiamolo pure: le cinque Regioni a Statuto speciale per ovvie ragioni sosterranno le nuove tre richiedenti, un Governo a trazione leghista che probabilmente s’inventerà un Reddito di Cittadinanza Speciale per il Sud per tappargli la bocca, lo stesso salvinismo che ha preso piede in maniera trasversale e consistente al Sud, ci mancava questo tipo di corruzione, conquistandolo da dentro (Pino Aprile, come mi ricorda l’Unità d’Italia ‘sto fatto!), quale pensate possa essere il risultato?
Io credo che comunque, ripeto comunque, dobbiamo attrezzarci, cambiando anche mentalità, e specialmente nel caso il piano A….utonomie vada avanti occorre un piano B.
Su belle teste della mia Terronia, conterranei e conterroni SORGETE!
Raffaele De Seneen
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