Gian Luca Brambilla, imprenditore brianzolo che ha preso parte all’ultima puntata di Popolo Sovrano, difendendo le ragioni dell’autonomia “rafforzata” rivendicata da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, è uno che ha le idee chiare. Tanto chiare da mettere a nudo la filosofia vera che guida la mano degli autonomisti: l’Italia che conta siamo noi, e voi altri arrangiatevi.
Sentitelo.
Dopo aver esordito sostenendo che “non è vero che vogliamo l’autonomia per dividere il Paese”, il Nostro ha tessuto le lodi di Milano e della Brianza: “una vetrina per tutto il Paese, che permette all’Italia di esportare in tutto il mondo”.
E allora? “Allora Milano ha i suoi problemi, per esempio quello drammatico dell’inquinamento o del tasso di anzianità della popolazione molto elevato.” E fin qua ci può anche stare, nessuno vuole negare che anche la capitale lombarda abbia le sue grane da pelare.
Il bello del Brambilla-pensiero è però arrivato quando l’imprenditore, davanti alle telecamere di Popolo Sovrano, si è lasciato andare ad un vero e proprio appello.
“Il messaggio che voglio darvi è questo: non pensate a Milano soltanto quando dove decidere di mandare vostro figlio all’Università, per esempio al Politecnico o alla famigerata Bocconi (si ha detto proprio così, famigerata, n.d.r.) o quando avete il parente malato e dovete curarlo, non pensate a Milano soltanto quando dovete esporre i vostri prodotti alle Fiere, dovete pensare a noi come un sistema, che ha un compito ben preciso: tirare il Paese. A noi piace dimostrare che siamo bravi, produrre ricchezza, guadagnare. Siamo antropologicamente declinati in questo modo.”
Avete letto bene, al prode Brambilla non interessa neanche un poco che l’emigrazione intellettuale dissangui il Sud di cervelli e risorse finanziarie, che le prestazioni sanitarie rese dagli ospedali settentrionali ai malati del Sud vengano lautamente rimborsate dalle regioni meridionali e che l’indotto dei viaggi della salute produca un bel po’ di valore aggiunto. Loro tirano il paese, sono antropologicamente declinati per far dané e dunque: “Oggi abbiamo bisogno di una mano da tutta l’Italia – ha aggiunto l’indomito Brambilla -, quindi chiediamo che un pochino delle tasse che noi versiamo al resto del Paese rimangano un po’ nelle nostre saccocce.”
Ciliegina sulla torta, la risposta che l’irresistibile Brambilla ha fornito al conduttore Alessandro Sortino che, ammiccando, l’aveva invitato a “non allargarsi troppo”: “Sono stato bravo, dai.”
Bravo, sì. A far capire a quei meridionali che ancora non se n’erano accorti l’enorme fregatura che sta dietro l’autonomia differenziata: far fare altri soldi a chi ne possiede già tanti, disastrando il resto dell’Italia.
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