La musica napoletana pura e bella, nella raffinata e struggente interpretazione di Mario Salvatore, ritenuto dalla critica l’erede di Sergio Bruni, arrangiamenti in uno stile che più classico e popolare non si potrebbe, (tutti strumenti acustici, nello spirito della “posteggia “ di una volta), un grande spettacolo.
Il grande Mario e il suo gruppo si esibiscono ormai nei teatri più importanti o nelle affollate piazze estive, ma in fondo lo spirito resta quello di quando la grande musica napoletana veniva eseguita nelle stazioni di posta, per il diletto dei passeggeri durante le soste dei viaggi, con strumenti che dovevano essere trasportati a mano e dunque doveva essere leggeri.
Ma la vera musica, la grande musica di Napoli, che vede nel pugliese e foggiano Mario Salvatore uno dei suoi più grandi interpreti, in fondo è proprio questo: un perfetto equilibrio tra il passato e il presente, tra la tradizione e la modernità, l’espressione musicale più autentica dell’anima meridionale, come titola felicemente il concerto che domani sera, sabato 2 febbraio vedrà impegnato Mario Salvatore e il suo gruppo al Teatro Comunale Giordano di Foggia (ore 21).
I concerti al Giordano di Mario Salvatore sono sempre memorabili. L’ultimo produsse l’album dal vivo Palcoscenico, un autentico viaggio sentimentale nell’universo della canzone partenopea ma anche della cultura napoletana e meridionale.
Tra i venti brani che compongono il doppio cd, assieme a quelli più celebrati, c’è anche un autentico e poco noto gioiello, Napule è mille ferite. Di chiara ispirazione eduardiana, fu una delle ultime canzoni di Sergio Bruni. Il testo di Salvatore Palomba è particolarmente rappresentativo dell’approdo maturo della grande canzone napoletana: non più soltanto il sole, il mare e l’amore, ma anche attenzione verso la povertà endemica, la rassegnazione, di fronte alle quali non c’è che un antidoto: “cantare per tornare a campare”.
Un altro gioiello che il pubblico del Giordano potrà apprezzare domani sera è Balcone a marechiaro – canzone inedita di Evemero Nardella (grande musicista foggiano che fu autore di celebrate canzoni tra cui la celeberrima Chiove) ed Ernesto Murolo (paroliere, padre di Roberto). Lo spartito (manoscritto) della canzone venne trovato in un cassetto di casa Nardella da Aurelio Nardella, il nipote del maestro. Consegnato da questi a Guido D’Onofrio (foggiano, biografo di Enrico Caruso) è poi pervenuto a Mario Salvatore che l’ha eseguita (incidendola anche nel suo CD “Così cantava Napoli vol. 3”).
Mario sarà accompagnato nella sua performance da Fabrizio di Carlo (chitarra, arrangiamenti e direzione d’orchestra), Pasquale Rinaldi (flauto), Marcello De Francesco (violino), Piero Ricucci (mandolino), Vincenzo Ciffo (contrabbasso), Lorenzo Sannoner (percussioni), Nico Salvatore (chitarra, liuto e presentazione).
Si accede per invito. L’iniziativa ha finalità di beneficenza. Non mancate, perchè, come già detto, ogni concerto di Mario Salvatore è un evento straordinario.
Info : 3487719667 / 3470847878
Views: 364