Il no alla “secessione dei ricchi” dell’Anpi di Capitanata

Print Friendly, PDF & Email

L’Anpi di Foggia dice no alla “secessione dei ricchi” portata avanti da Veneto e Lombardia. Alla vigilia dell’approdo sui tavoli del Governo e del Parlamento del progetto di “autonomia regionale differenziata” destinato ad allargare la forbice che divide Nord e Sud, cresce la tensione e la mobilitazione del mondo democratico.

Così come disegnata dalle due regioni a guida leghista, l’autonomia differenziata provocherebbe la fine dell’unità e della coesione nazionale. Questo è quanto è emerso dall’affollata assemblea provinciale dell’associazione che raggruppa ex partigiani e donne e giovani che, pur non avendo partecipato alla Resistenza, condividono i valori di libertà, pace e democrazia che ne sono alla base.

L’Anpi di Foggia ha quasi triplicato i suoi iscritti negli ultimi tre anni, e davvero in tanti si sono incontrati qualche giorno fa nel salone dei congressi della Camera del Lavoro di Foggia. Era da tempo che non si vedeva un incontro così partecipato.

Il presidente provinciale, Michele Galante, ha dedicato una parte saliente della sua relazione al tema del Mezzogiorno e del divario che lo divide dal resto del Paese: un divario, secondo Galante, destinato ad accentuasi se passerà il progetto di regionalismo differenziato propugnato dalla due regioni a guida leghista.

“È una linea pericolosa. Negli ultimi decenni – ha detto il presidente -, il Mezzogiorno è stato bistrattato, abbandonato, ignorato. Abbiamo bisogno, invece, di dire all’Italia che non solo non si esce dalla crisi senza questa parte importante del Paese che è il Sud, ma che il progetto lombardo-veneto mina l’unità nazionale e calpesta l’articolo 5 della Costituzione che dice che l’Italia è una e indivisibile. Quando il Paese si divide sempre più in due, di fatto abbiamo una scissione, una secessione. Le forze intellettuali, le forze politiche, sociali, l’associazionismo devono mobilitarsi su questo, perché sono in discussione sevizi pubblici essenziali che riguardano tutti i cittadini. Questa manovra è pericolosa, perché non si capisce quale dovrebbe essere la nuova architettura istituzionale che dovrebbe scaturirne, ma soprattutto perché verrebbero colpiti diritti fondamentali, come il diritto alla salute, il diritto all’istruzione”.

Galante ha quindi sottolineato come il Mezzogiorno resti una grande e indispensabile risorse dell’Italia democratica: “Non accettiamo lezioni da chi ci considera terroni, da quei giornali che spalleggiano Salvini. Vorrei ricordare che questi terroni, ultimo caso quello di Melissa, hanno salvato centinaia di emigranti. Noi terroni pugliesi nel 1991, in un solo giorno, siamo riusciti ad ospitare 20.000 albanesi. Anche questo è il Mezzogiorno, un baluardo di democrazia e di solidarietà. Non dobbiamo né vogliamo fare la guerra agli altri territori, ma vogliamo che siano riconosciuti i nostri diritti, in una politica di unità e di coesione nazionale.”

I lavori dell’assemblea sono stati conclusi dalla presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, per la prima volta a Foggia: “quanto sta accadendo in queste settimane in Italia, mostra che i valori della Resistenza e della Costituzione restano quanto mai attuali. Dobbiamo batterci perché non vengano calpestati, ma continuino ad ispirare la vita civile del Paese.”

Facebook Comments

Hits: 183

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *