Quando la Capitanata pesava politicamente

Il contributo offerto dalla provincia di Foggia alla costruzione della democrazia in Italia è una pagina bella, ma paradossalmente poco nota, della storia pugliese e meridionale. Con cinque componenti della Consulta Nazionale (l’organismo che precedette l’Assemblea Costituente) e ben undici deputati Costituenti, la Capitanata è stata tra le aree meridionali maggiormente rappresentate, in quel grande laboratorio di democrazia che scrisse la Costituzione.

Fino ad oggi non esistevano studi o saggi organici che raccontassero questa bella storia di democrazia e di impegno civile. La lacuna viene colmata grazie a Michele Galante e alla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, rispettivamente autore ed editore del libro Costituenti di Capitanata, che verrà presentato oggi pomeriggio (martedì 18 dicembre, ore 18.00) nella Sala Rosa del Vento della Fondazione, in via Arpi 152 a Foggia.

Interverranno, assieme all’autore, Aldo Ligustro, presidente della Fondazione Monti Uniti, Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e Marco Miletti, ordinario di Storia del Diritto Medievale e Moderno dell’Università di Foggia.

Costituenti di Capitanata traccia i profili biografici degli undici deputati costituenti della Capitanata (nove eletti nella circoscrizione elettorale Bari-Foggia, due in altri collegi) ma non solo: un ampio capitolo del volume è dedicato alla Capitanata all’Assemblea Costituente. Vi si racconta dell’arroventata campagna elettorale (durante la quale si registrarono anche gravi episodi di sangue) che chiamò i cittadini alle urne non solo per eleggere l’Assemblea Costituzionale ma anche per il referendum tra Monarchia e Repubblica.

Per dire dell’importanza politica della Capitanata e del suo ruolo basti pensare che nella circoscrizione Bari-Foggia i capilista dei tre maggiori partiti erano foggiani (Giuseppe Di Vittorio per il Pci, Raffaele Pio Petrilli per la Dc e Domenico Fioritto per il Psi) mentre il foggiano Ruggiero Grieco capeggiò la lista del Pci nella circoscrizione salentina.

Allora il peso politico della Capitanata oltrepassava i confini regionali: Grieco e Fioritto erano stati segretari nazionali del Pci e del Psi, mentre Di Vittorio guidava la Cgil.

L’esito della consultazione elettorale, cui vennero chiamate per la prima volte le donne, confermò la specificità della provincia di Foggia rispetto al resto della Puglia e del Mezzogiorno. Galante la racconta con ammirevole nitidezza sottolineando, per quanto riguarda il referendum istituzionale, come la Capitanata marcò una certa diversità rispetto a quanto accadde nel Mezzogiorno, a cominciare dalla partecipazione al voto, che fa registrare un’affluenza elevatissima, con più del 91%..

“La scelta repubblicana, grazie anche al forte insediamento delle sinistre – scrive l’autore -, sfiora il 46% e risulta vittoriosa in 22 comuni, tra i quali quasi tutti i grandi centri bracciantili. Cerignola, San Severo, Torremaggiore, San Nicandro Garganico, San Marco in Lamis, Apricena, Manfredonia e altri centri minori. Orsara di Puglia col 76% fa registrare il più alto consenso alla Repubblica su scala regionale. Sull’altro versante la scelta monarchica si afferma in 39 comuni. Volturara Appula col 97% (!) dei voti conferisce la più alta percentuale di consensi alla causa monarchica, seguita da Celle San Vito (96,1%), Margherita di Savoia (93%) e Motta Montecorvino (92,5%). Nella città di Foggia la scelta monarchica viene premiata dai due terzi degli elettori.”

Il voto per l’Assemblea costituente registra, invece, l’affermazione della Dc con 93.655 voti (pari al 33,9%). Ma, come ricorda Galante, in provincia di Foggia “comunisti e socialisti, caso unico in tutta l’Italia meridionale, insieme superano per consensi lo scudo crociato, come accade in buona parte delle province centro-settentrionali.”

E non è tutto. “Un’altra peculiarità del voto dauno – si legge ancora nel volume – è che il Pci con 66.757 voti (24,2%) scavalca al secondo posto i socialisti, ben prima delle elezioni del 18 aprile 1948, ottenendo un consenso pari a quello di molte province rosse, di cinque punti superiore alla media nazionale, soprattutto nei comuni della piana del Tavoliere e in alcune isole rosse del Gargano e del Subappennino dauno.”

Il Psi di Pietro Nenni consegue un risultato di rilievo, conquistando con 44.343 voti il 16,1% dei consensi.

Grazie al suo ragguardevole “peso” politico (mai più raggiunto negli appuntamenti elettorali successivi) la Capitanata manda all’assemblea costituente una rappresentanza quanto mai nutrita e qualificata. Come già detto, nove sono gli eletti dauni nella circoscrizione Bari-Foggia: Luigi Allegato (Pci), Gerardo De Caro (Dc), Giuseppe Di Vittorio (Pci), Domenico Fioritto (Psi), Giuseppe Imperiale (Pci), Leonardo Miccolis (Uomo Qualunque), Raffaele Pio Petrilli (Dc), Raffaele Recca (Dc), Carlo Ruggiero (Psi). Altri due Costituenti dauni vengono eletti in altri collegi: a Lecce Ruggero Grieco (Pci), a Napoli Luigi Renato Sansone (Psi).

Di tutti loro, Michele Galante traccia esaurienti profili biografici, che compongono il dettagliato ed avvincente mosaico di una irripetibile stagione politica.

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Author: Geppe Inserra

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