Non ne posso più. Siamo circondati, assediati, asfissiati dalla musica natalizia anglosassone. Non puoi girare centro commerciale o mercatino natalizio senza essere bombardato da Jingle Bells o Let it snow. Perfino qui, in Capitanata, patria di Come nascette Ninno, composta a Deliceto da sant’Alfonso Maria dei Liguori, e poi entrata nel patrimonio musicale dell’umanità come Tu scendi dalle stelle.
Allora mi son detto basta, e mi sono messo a cercare sul web i brani della tradizione musicale natalizia italiana. Ne sta venendo fuori una playlist sorprendente e ricca di suggestioni, che prometto di regalare nei prossimi giorni ad Amici e Lettori di Lettere Meridiane.
Ve ne offro oggi una ghiotta anticipazione (potete guardare e ascoltare il brano alla fine del post): Natale di Clemente Parrilli ed Evemero Nardella, nella splendida interpretazione di Alberto Amato, cantante raffinato, che i critici definivano, per i preziosismi della sua voce, “cantante ricamatore”. Poeta, Clemente Parrilli si iscrive nella tradizione colta dei parolieri partenopei. Evemero Nardella è invece uno dei rari grandi autori della canzone napoletana che non nacquero all’ombra del Vesuvio.
“È uno di quei tipici esempi di autori “importati”. Infatti era originario di Foggia, dove nacque il 25 settembre 1878 – scrive su Napoletanità.It Umberto de Fabio -. Venne giovanissimo a Napoli e subito entrò in sintonia con gli ambienti culturali del posto prendendo il diploma di composizione al Conservatorio di S.Pietro a Majella. Nel 1903 iniziò la sua carriera di direttore d’orchestra ed autore di operette trovando il tempo di comporre armonie che caratterizzeranno alcune delle più belle canzoni napoletane. ”
A Foggia, Evemero Nardella non è conosciuto ed amato quanto si dovrebbe, ma negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo. Ogni volta che parla di grande canzone napoletana lo ricorda con entusiasmo un altro foggiano illustre, come Renzo Arbore.
Se volete saperne di più leggete la bella pagina scritta da Raffaele De Seneen in quell’autentica enciclopedia foggiana che è il sito di Alberto Mangano, Manganofoggia.it.
La figura e le opere di Evemero Nardella sono da qualche anno al centro di una positiva riscoperta da parte dei musicisti foggiani.
Mario Salvatore, grandissimo interprete foggiano della canzone classico partenopea, ritenuto l’erede di Sergio Bruni, e suo figlio Nico intrattengono affettuosi rapporti coni i discendenti di Nardella che gli hanno affidato alcuni spartiti inediti, che propongono nei loro concerti, assieme ad altre canzoni di Nardella, tra cui le celeberrime Chiove e Mmiez’ ‘o grano. Quest’ultima figura anche su Internet Culturale, e potete trovarla qui.
Il maestro Agostino Ruscillo, direttore artistico del Festival dei Monti Dauni ha dedicato l’estate scorsa la serata di apertura della rassegna a Evemero Nardella. Nell’occasione, l’Orchestra Piedigrotta ha presentato in un applauditissimo concerto, a Foggia, le canzoni che Nardella aveva appositamente scritto e pensato per la Festa di Piedigrotta, che, come sottolinea Ruscillo, è stato il primo festival della canzone d’autore nella storia del nostro Paese.
Natale di Nardella ebbe un notevole successo alla sua apparizione, per cadere poi nel dimenticatoio o quasi. Venne però incisa anche da Roberto Murolo, nel 1940 (trovate qui il brano, su Internet Culturale).
Qui sotto, invece, la versione di Alberto Amato.
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