Non si era mai visto. In nessuno stadio del mondo, che i tifosi sostenessero la loro squadra sotto di quattro gol, come se lo 0-4 aprisse le porte della finale di Champions League.
È successo. Ieri sera a Crotone, in una delle più amare trasferte rossonere. Qualche centinaio i tifosi al seguito dei satanelli. Li hanno fatti accedere alla curva quando la partita era cominciata da dieci minuti abbondanti, senza che avessero potuto neanche scaldarsi le mani e gustarsi la sola palla gol confezionata dal Foggia nel primo tempo.
Non sono stati accolti in modo particolarmente ospitale dai tifosi calabresi, e sarà stato questo ad innescare la miccia. Le due curve si sono a quel punto sfidate a colpi di sfottò, di cori e di sventolii di bandiere per tutto il resto della partita.
Il meglio di sè i tifosi rossoneri lo hanno dato durante la sospensione decisa dall’arbitro per un temporaneo guasto all’impianto di illuminazione.
Hanno fatto tanto di quel gioioso casino da indurre la regia di DAZN a inquadrarli più volte e il telecronista a sottolineare quel comportamento a dir poco originale. Il Foggia stava già sotto per 3 reti a zero, e le speranze di raddrizzare la serata no erano oggettivamente ridotte al lumicino.
La rete della bandiera messa a segno su rigore da Mazzeo che ha fissato il risultato sul definitivo 4-1 per i padroni di casa è stata festeggiata dagli impareggiabili tifosi come se fosse stata quella della vittoria.
Per tutto il resto, sarà meglio dimenticare quanto prima possibile questa serata. Il Foggia di Grassadonia non ha ripetuto la bella prestazione offerta nell’esordio casalingo con il Carpi.
Va detto che il risultato penalizza più del dovuto i rossoneri, che hanno pagato a caro prezzo la non eccelsa serata del portiere Bizzarri. Però il Foggia ha sofferto parecchio anche dal punto di vista tattico, concedendo troppo spazio agli avversari: quelli da cui sono partiti i tiri che per ben tre volte sono finiti alle spalle dell’estremo difensore. C’è stato un evidente problema di misure e di presidio della zona nevralgica del campo che i rossoneri non sono riusciti a risolvere.
E poi non c’è stato il pressing alto che aveva messo in crisi il Carpi.
La pesante sconfitta non pregiudica le speranze rossonere di colmare rapidamente il gap della penalizzazione (adesso sono a meno cinque), però fa squillare il campanello d’allarme, soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva. Sei gol presi in sole due partite sono tanti, troppi.
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