La Valle Carbonara, in uno scatto di Dirk Bakowies |
«È qui che, penetrando nella zona di Mattinata ancora prima del bivio, ho ricevuto la rivelazione che nessuno mi avrebbe potuto fare, ho constato con i miei occhi quel che mai avrei creduto, me l’avessero detto in cento, il prodigio di un lavoro immenso, di un’opera paziente, senza limiti, forsennata, di un popolo di formiche, o di schiavi ostinati, e il sacrificio di generazioni di lavoratori. Oh, avevo ben conoscenza io, da gran tempo, di muretti a secco, specialmente nella dolce plaga tutta a collinette, a sud-est di Bari […] Ma qui non è più una collina, o non c’è più dolcezza; qui, salendo verso il bivio, ai due fianchi, su per la gran massa montuosa, aspra come qualche cocuzzolo che se ne stacca d’improvviso per la regolarità di cono, tutti gli aspetti intorno non sono che muri rustici, a secco, saldamente piantati per contenere appena un piccolo lembo di terra; e non dieci muretti, non venti, non cinquanta, ma a centinaia, a migliaia, senza numero…»[9].
Domenico Prencipe |
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