La narrazione più profonda dell’anima meridionale diventa cinema. Grande cinema, e per giunta d’animazione. Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone sono riusciti in una impresa da far tremare le vene ai porsi: trasformare una favola seicentesca, in una vicenda ambientata ai giorni nostri, senza perdere la grande carica espressiva e la profonda napoletanità del testo originario. Una sorta di ritorno al futuro, per una delle storia più antiche e amate del mondo.
Gatta Cenerentola è tratto dalla quasi omonima favola (che in napoletano suona Gatta Cennerentola) di Giambattista Basile, compresa nel Cunto de li cunti, opera che venne così definita da Benedetto Croce (che la tradusse in italiano): “L’Italia possiede nel Cunto de li cunti del Basile il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari, com’è giudizio concorde dei critici stranieri. Eppure l’Italia è come se non possedesse quel libro, perché, scritto in un antico e non facile dialetto, è noto solo di titolo, e quasi nessuno più lo legge.”
Ci hanno pensato i quattro coraggiosi registi a restituirgli vigore ed attualità, cui venne l’idea mentre lavoravano a vario titolo ne L’arte della felicità, pluripremiata opera prima di Alessandro Rak, vincitrice degli European Film Awards nel 2014. Si sono conosciuti allora e non si sono più lasciati. Hanno deciso di continuare a viaggiare insieme. Hanno dato vita a un luogo nel cuore di Napoli, hanno costruito e vivificato uno studio fatto di Anime e Talenti. Quattro anni dopo, ecco Gatta Cenerentola: film d’animazione che coniuga con successo le forti radici nella tradizione delle favole orali della nostra terra ed alti rami poetici, visivi e narrativi.
“Un atto di coraggio, visivo e narrativo, un gesto di gratitudine verso una città che spezza il cuore, ma sforna anche bellezza, poesia e musica” ha scritto su Mymovies, Paola Cascella.
Nella trasposizione moderna della favola archetipica, Cenerentola è una ragazza cresciuta all’interno della Megaride, un’enorme nave ferma nel porto di Napoli da più di 15 anni. Suo padre, ricco armatore della nave e scienziato, è morto portando con sé nella tomba i segreti tecnologici della nave e il sogno di una rinascita del porto.
La piccola vive da allora all’ombra della temibile matrigna e delle sue perfide sei figlie. La città versa ora nel degrado e affida le sue residue speranze a Salvatore Lo Giusto, detto ‘o Re, un ambizioso trafficante di droga.
È proprio la nave il teatro dell’intera vicenda, in cui si svolge lo scontro epocale tra la miseria delle ambizioni del presente e la nobiltà degli ideali del passato.
Il futuro della piccola Cenerentola e della povera città di Napoli sono legati a uno stesso, sottilissimo, filo. Cenerentola diventa così paradigma dell’eterno scontro tra il bene e il male, tra il bello e il brutto, profondamente presento nell’anima meridionale.
Le voci dei personaggi che animano la storia sono di Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone, Massimiliano Gallo, Mariano Rigillo e Renato Carpentieri.
Dopo il notevole successo di pubblico ottenuto da Ammore e Malavita dei Manetti bros., la rassegna D’Estate D’Autore (promossa, in onore del compianto decano degli esercenti cinematografici pugliesi, don Paolo Cicolella, da Parcocittà, Laltrocinema, Circuito Cinema Cicolella, Apulia Felix, Cinemafelix e Lettere Meridiane, con il patrocinio di Apulia Film Commission e del Comune di Foggia), propone un altro titolo d’eccellenza del nuovo cinema del Sud.
Gatta Cenerentola, selezionato dall’Academy per l’Oscar quale miglior film d’animazione, è un’ulteriore e positiva testimonianza della stagione d’oro che sta vivendo il cinema meridionale, purtroppo non sempre valorizzato come metterebbe dalla grande informazione. Ma questo è un altro discorso.
Datemi retta, giovedì sera venite all’arena di Parcotità, veramente non ve ne pentirete. Alle 21.00, ingresso 3€. Qui sotto il trailer.
G.I.
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