Se i tratturi della transumanza diventano piste ciclabili…

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Non è vero che le discussioni sul social producano sempre aria fritta. Succede anche che inneschino discussioni serie, approfondite, qualificate. Soprattutto se ad intervenire sono persone competenti, che conoscono bene l’argomento di cui si sta ragionando.
È successo a Lettere Meridiane, in occasione del recente articolo [Piste ciclabili e tratturi della transumanza, un’opportunità per Foggia, per leggerlo cliccare sul link) di Franco Antonucci sulla possibilità che i tratturi della transumanza diventino altrettante piste ciclabili, innescando nuove relazioni tra le città che vengono da questi attraversate, a cominciare da Foggia, che fino all’Ottocento era al centro di questa fitta rete di strade ante litteram.
Un dibattito intenso, di rara qualità, aperto dall’intervento di Carlo Frutti, storica figura del movimento culturale e sportivo che si batte per valorizzazione della civiltà della transumanza. Aquilano di Rojo, Carlo è stato tra i promotori della Staffetta della Transumanza che per anni si svolse tra L’Aquila e Foggia, nonché un animatore del gemellaggio tra le due province. Così dà corpo e spazio all’ipotesi vagheggiata da Antonucci, tratteggiando “l’idea di un sistema ciclabile particolarmente adatto per mountain bike tra Abruzzo Molise e Capitanata (e Tavoliere) che parta dall’Epitaffio e si irraggi verso i 4 punti cardinali sulla costa adriatica, verso il Gargano e le aree montane abruzzesi e molisane.”
Sul post interveien anche un’altra figura storica della cultura della transumanza, questa volta foggiana, Michele Pesante, che come responsabile dell’Ufficio Regionale Tratturi tanto ha fatto per  custodire le non molte tracce lasciate dalla vera e proprio epopea che circondò questa pratica zootecnica:

Apprezzo molto il contributo di idee e di proposte riguardanti la valorizzazione e la fruizione dei Tratturi anche come piste ciclabili. Al riguardo devo evidenziare che vi è già un consolidato patrimonio di culturale, di studi, di proposte, di deliberazioni e di esperienze concrete nel campo della fruizione dei tratturi.
Il Documento Programmatico Preliminare del nuovo PUG di Foggia, elaborato, nel 2005, dall’Arch. Karrer prevedeva, (scheda II) l’utilizzo dei tratturi e tratturelli e le piste ciclabili, come elementi di connessione con le borgate, con i siti archeologici, culturali e naturalistici.
I piani Comunali dei Tratturi, molti  di grande spessore cartografico e propositivo, l recupero del Tracciato Foggia-Ordona-Lavello, della via Traiana in agro di Terlizzi, e tanto altro ancora, sono la testimonianza del lavoro prodotto dal territorio.
Sottolineo questo trascorso non per sminuire la proposta avanzata dall’Arch.Antonucci, che valuto molto utile e appassionata, ma per sottolineare il silenzio, l’assenza, il disinteresse delle Amministrazioni.
Carissimi amici dei Tratturi, abbiamo già una mole enorme di studi e proposte ora bisogna passare all’azione, all’attuazione, insomma passare dalle parole ai fatti, in assenza di chi dovrebbe essere parte attiva. Possiamo vederci per pensare ad iniziative concrete e disinteressate?Abbiamo l’età, il tempo e il dovere di farlo. Se non ora, quando?

Non si è fatta attendere la risposta di Franco Eustacchio Antonucci:

Caro Michele Pesante
Spero che tu ricordi che ci siamo conosciuti, con stima reciproca, forse in alcune occasioni di interesse territoriale.
Sono un urbanista di lungo corso e per questo conosco abbastanza bene le ipotesi che in vario modo sono state avanzate per il recupero attivo e compatibile del sistema tratturale di Capitanata. Soprattutto per quanto alle ipotesi dei rispettivi Piani comunali dei tratturi (ognuno per conto suo), poi confluiti nel Piano regionale del Paesaggio, quindi per quello che è stato previsto, in merito, nel Documento programmatico preliminare al nuovo Piano urbanistico generale del Comune di Foggia (Karrer). Ed altro come tu dici.
Il mio intento in effetti era solo quello di riprendere un discorso già avviato da tempo, in questo modo ravvivando, prima di tutto, un’attenzione collettiva quasi dispersa sul tema, utile anche ad impostare una diversa relazione tra le città di Capitanata, in vista di uno Schema di territorio, sinergico, unitario. Ricucendo l’attuale e disparata configurazione delle tante città in competizione e dei rispettivi ambiti territoriali come tante piccole sub-province contendenti.
Bene o male le città di Capitanata e i loro territori di influenza costituiscono un interessante ed originale reticolo poliurbano e politerritoriale, che potrebbe essere integrato in una azione concomitante ed un territorio compatto, pur con le sue diversità.
In modo semplice penso ad una primissima mossa di raccordo tra le città di Capitanata attraverso la risorsa sovrapposta del sistema tratturale che le collega, e su questo un analogo sistema di piste ciclabili infraterritoriali soft, compatibili, la cui funzione più immediata sarebbe di dare una nuova consapevolezza di unione e confronto, urbano e territoriale.
Questo tentativo per me va oltre il successivo intervento di rimodellamento dell’intero sistema tratturale. Che, tra l’altro, potrebbe risultare più facile dopo questa prima mossa.
Credo che sia arrivato il tempo individuare possibilità concrete e semplici di mettere in connessione intelligente le tante città di Capitanata è i loro territori, morfologicamente, storicamente, culturalmente, economicamente diversi. Il sistema tratturale può diventare da subito la prima occasione di sbocco per un tema del genere.
Un buon inizio per cominciare a ragionare in termini di territorio. Il mio intento è solo questo per il momento.
Lascio a te, che sei un grande esperto del settore, ogni parola successiva sull’intero argomento ed ipotesi.
Con simpatia e stima.
Eustacchiofranco Antonucci

A conferma che veramente il social, quando veicola comunicazione costruttiva, riesce ad innescare meccanismi profondi, l’ulteriore risposta di Michele Pesante: “Sì che ti ricordo, la mia stima nei tuoi confronti è sempre stata grande. Ho sempre apprezzato i tuoi lavori e i tuoi contributi tecnici e culturali. Il mio era un invito a procedere con interventi concreti verso un reale recupero della rete tratturale. Spero di avere la possibilità di incontrarti per approfondire l’argomento. Io grande esperto di Tratturi? La Capitanata è la patria dei grandi studiosi dei tratturi. Ma oggi abbiamo bisogno non tanto di storici quanto di architetti, urbanisti, ambientalisti conoscitori del territorio nelle sue più intime pieghe. Un territorio variegato e complesso che va raccordato, recuperando il sistema tratturi.
D’accordo con l’idea vagheggiata da Antonucci anche Giacoma Desimio, funzionaria dell’Archivio di Stato di Foggia: “Una città al centro della più grande pianura del bacino del Mediterraneo che non ha piste ciclabili ed un sistema viario da terzo mondo… perché?”
A replicare è ancora Pesante, con una considerazione tanto laconica, quanto vera: “Perché non c’è amore. E senza amore non si accende niente. C’è solo buio.”
[L’immagine che illustra il post è tratta dal sito della FIAB Cicloamici Foggia e reca la didascalia Sul Tratturo da Pescasseroli a Candela]

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Author: Geppe Inserra

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