Per una delle bizzarre alchimie degli algoritmi di Facebook era Giuseppe Episcopo a darmi ogni mattina il buongiorno. È successo anche l’altra mattina, alle 9.50: “Buongiorno a tutti, alla vita e alle sue sfumature. Buongiorno all’amore e all’amicizia e infine un dolce buongiorno a chi lotta per una vita migliore.”
Un messaggio più carico di ottimismo e di speranza del solito.
L’ho letto a sera inoltrata, quando già Pino già non era più con noi. Il suo inno alla vita mi è arrivato contemporaneamente alla notizia che la sua vita terrena si era conclusa.
Dire addio alla vita proclamando la bellezza della vita, è a suo modo un privilegio singolare.
Pino l’ha del tutto meritato.
Aveva una rara capacità di spargere serenità in quanti venivano a contatto con lui. A me è toccato spesso riceverne durante gli anni dell’infanzia. Ci frequentavamo, abitavamo vicini, e poi eravamo parenti: mia madre Assuntina era cugina di suo padre Francesco “Ciccillo”, nella foto con Giuseppe, quando questi aveva dieci anni.
Io e mio fratello Attilio eravamo compagni di giochi e scorrerie con i suoi fratelli Giorgio, Clara e Marco.
Lui era più grande di noi (a quella età, quattro anni di differenza sono quasi un salto generazionale): quando partecipava ai nostri giochi ne restavamo colpiti e affascinati.
Aveva una risposta per tutto. È stato il primo boy scout che ho conosciuto: e quando bisticciavamo, riusciva a riportare la pace senza arrabbiarsi più di tanto, soltanto con un sorriso.
Ci siamo ritrovati molti anni dopo, per le strade virtuali del social, con Pino e il fratello maggiore Nicola, grazie alla comune passione verso la città che ci ha dato i natali, questa Foggia che dall’orgoglio del passato e della identità può trovare suggestioni importanti per il suo futuro.
Pino e Nicola Episcopo hanno scritto pagine importanti di quel movimento culturale digitale che si sta impegnando per una diversa sensibilità verso il passato e verso la storia di Foggia: il primo con il gruppo facebook Foggia…solo Foggia, il secondo con il gruppo Foggia Sparita, entrambi con il gruppo dedicato alla loro famiglia, che rappresenta un grande esempio di public history ritrovata e tramandata sul social.
Per tutte queste ragioni, Pino Episcopo mancherà molto alla sua famiglia, ma anche alla città e alle migliaia di amici virtuali che come chi scrive godevano delle sue quotidiane pillole di saggezza e dei pezzi di memoria della città che regalava a quanti lo seguivano.
Dopo il “buongiorno” che ho citato in apertura, l’altro ieri Pino ha lasciato altri post dal sentore quasi profetico, che adesso non riesco a rileggere senza un ostinato groppo alla gola.
Mi sforzo a farlo, e vi invito a fare altrettanto. Perché sono parole che descrivono l’immensa eredità morale e spirituale che Pino ci lascia: “Non so se sarà un buongiorno o meno. Ma provare ad augurarlo non guasta. Tanto alla fine succede sempre ciò che deve succedere.” E ancora: “Ogni giorno ti vengono consegnate 24 ore d’oro, non sprecarle”.
La tua vita, il tuo tempo, caro Pino, non sono andati sprecati. Adesso che ci sorridi da lassù cercheremo di farne tesoro.
Geppe Inserra
Dire addio alla vita proclamando la bellezza della vita, è a suo modo un privilegio singolare.
Pino l’ha del tutto meritato.
Aveva una rara capacità di spargere serenità in quanti venivano a contatto con lui. A me è toccato spesso riceverne durante gli anni dell’infanzia. Ci frequentavamo, abitavamo vicini, e poi eravamo parenti: mia madre Assuntina era cugina di suo padre Francesco “Ciccillo”, nella foto con Giuseppe, quando questi aveva dieci anni.
Io e mio fratello Attilio eravamo compagni di giochi e scorrerie con i suoi fratelli Giorgio, Clara e Marco.
Lui era più grande di noi (a quella età, quattro anni di differenza sono quasi un salto generazionale): quando partecipava ai nostri giochi ne restavamo colpiti e affascinati.
Aveva una risposta per tutto. È stato il primo boy scout che ho conosciuto: e quando bisticciavamo, riusciva a riportare la pace senza arrabbiarsi più di tanto, soltanto con un sorriso.
Ci siamo ritrovati molti anni dopo, per le strade virtuali del social, con Pino e il fratello maggiore Nicola, grazie alla comune passione verso la città che ci ha dato i natali, questa Foggia che dall’orgoglio del passato e della identità può trovare suggestioni importanti per il suo futuro.
Pino e Nicola Episcopo hanno scritto pagine importanti di quel movimento culturale digitale che si sta impegnando per una diversa sensibilità verso il passato e verso la storia di Foggia: il primo con il gruppo facebook Foggia…solo Foggia, il secondo con il gruppo Foggia Sparita, entrambi con il gruppo dedicato alla loro famiglia, che rappresenta un grande esempio di public history ritrovata e tramandata sul social.
Per tutte queste ragioni, Pino Episcopo mancherà molto alla sua famiglia, ma anche alla città e alle migliaia di amici virtuali che come chi scrive godevano delle sue quotidiane pillole di saggezza e dei pezzi di memoria della città che regalava a quanti lo seguivano.
Dopo il “buongiorno” che ho citato in apertura, l’altro ieri Pino ha lasciato altri post dal sentore quasi profetico, che adesso non riesco a rileggere senza un ostinato groppo alla gola.
Mi sforzo a farlo, e vi invito a fare altrettanto. Perché sono parole che descrivono l’immensa eredità morale e spirituale che Pino ci lascia: “Non so se sarà un buongiorno o meno. Ma provare ad augurarlo non guasta. Tanto alla fine succede sempre ciò che deve succedere.” E ancora: “Ogni giorno ti vengono consegnate 24 ore d’oro, non sprecarle”.
La tua vita, il tuo tempo, caro Pino, non sono andati sprecati. Adesso che ci sorridi da lassù cercheremo di farne tesoro.
Geppe Inserra
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