Schiarite all’orizzonte per l’aeroporto Lisa e per l’alta velocità Bari – Foggia – Roma. Il via libera della Unione europea al finanziamento interamente pubblico dell’allungamento della pista e l’accelerazione impressa da RFI alla seconda stazione di Foggia aprono nuove prospettive ed opportunità al trasporto in Capitanata, che bisognerà adesso riempire di contenuti. Tanto per ricordare, la riqualificazione della pista aeroportuale risolve il problema più serio della infrastruttura ma non quello dei voli.
Si troveranno compagnie disposte ad avviare voli di linea e tour operator che investiranno in voli charter? Bisogna darsi da fare. Lo studio di fattibilità a suo tempo commissionato dalla Camera di Commercio, dal Parco del Gargano e dai cinque gruppi di azione locale della provincia di Foggia al gruppo Clas, indicava una serie di cose da fare per accompagnare il rilancio dell’aeroporto Lisa con iniziative rivolte ad una maggiore competitività del comparto turistico del Gargano. Quelle idee sono rimaste lettera morta, o quasi.
Tanto premesso va sottolineato che questi passi in avanti sono una oggettiva, bella vittoria di quella società civile organizzata che si è battuta senza riserve per raggiungere questi traguardi e, in particolare, del Comitato Vola Gino Lisa e del Comitato Un baffo per Foggia.
La politica dovrà fare il resto per scongiurare il rischio che alla fine si rivelino le classiche vittorie di Pirro.
Va detto che negli ultimi mesi la Regione Puglia, dopo anni di tentennamenti sull’aeroporto Lisa, sembra avere imboccato la strada giusta e il passo giusto, grazie anche al sincero impegno che sulla questione sta profondendo l’assessore regionale al bilancio, Raffaele Piemontese.
Sulla seconda stazione invece, come ha rilevato in una recente nota il coordinatore del Comitato Un baffo per Foggia, Luigi Augelli, la politica marca un ritardo impressionante. Il consigliere comunale e provinciale Pasquale Cataneo ha dovuto aspettare mesi prima che l’assise di Palazzo Dogana prendesse in esame e approvasse la sua mozione con cui la seconda stazione viene collocata, come è giusto e necessario che sia, in uno scenario più ampio che ne individua nitidamente le relazioni con il resto del territorio.
Ma è sconcertante – nonostante la scelta localizzativa già annunciata da RFI con tanto di road map a corredo – che il consiglio comunale non abbia ancora avviato una seria e approfondita riflessione sull’argomento.
I termini della questione sono noti: RFI ha individuato l’area in cui sorgerà la nuova stazione (destinata ai passeggeri che utilizzeranno la linea ad alta capacità ferroviaria Bari – Foggia – Roma nell’area della chiesetta di San Lorenzo, al Salice Nuovo). Ma sulla questione deve pronunciarsi in via definitiva il consiglio comunale. I tempi sono piuttosto stringenti perché RFI intenderebbe cantierizzare i lavori nella primavera del 2019, per concluderli entro il 2022.
È vero che sull’intero progetto dell’alta capacità ferroviaria Bari – Foggia – Roma potrebbero registrarsi novità considerevoli con il nuovo Governo, con l’annunciato ripensamento sulle grandi opere e sull’alta velocità. Ma una nuova stazione ha un impatto urbanistico rilevante. Va pensata, se si vuole che non resti una cattedrale nel deserto, in una visione più ampia, che presuppone il diffuso coinvolgimento della città e la sua partecipazione alle scelte. Una nuova stazione non è un supermercato o un distributore di benzina. La sua collocazione, la sua capacità di relazionarsi a infrastrutture già esistenti o di produrne nuove, possono influenzare positivamente il futuro urbanistico cittadino o, al contrario, ostacolarlo.
Sarebbe necessario un confronto di alto profilo, che al momento latita.
Geppe Inserra
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