La querelle istituzionale che oppone il Comune di Foggia alla Regione Puglia sull’aeroporto Lisa certifica il pressappochismo, la sciatteria e l’irritante supponenza con cui la tecnostruttura regionale e Adp hanno gestito gli appalti e le procedure che riguardano lo scalo foggiano determinando ritardi che potrebbero rivelarsi fatali per il rilancio di una struttura essenziale per lo sviluppo della Puglia settentrionale.
E certifica la secca sconfitta della politica, che non è riuscita a trovare soluzioni, costringendo istituzioni locali e società civile ad intraprendere la strada del tribunale.
A beneficio di quanti avessero perso le ultime puntate di questa interminabile telenovela, ricapitoliamo. Qualche settimana fa si è appreso che il Provveditorato regionale delle opere pubbliche ha archiviato il procedimento di verifica della compatibilità urbanistica del progetto per l’allungamento della pista. Regione e Adp hanno reagito alla bocciatura decretata dal Provveditorato ribaltando neanche troppo velatamente la responsabilità sul comune di Foggia che, a loro dire, non aveva definito la questione degli espropri e il contenzioso che ne era derivato.
Il punto è la tesi accusatoria si è rivelata del tutto infondata. Ed è il caso di riflettere, più che sui complessi aspetti giuridici e giudiziari della vicenda, sulla sostanza della stessa.
Regione ed Adp, avuta notizia che il Comune di Foggia e il Comitato Vola Gino Lisa stavano preparando il ricorso contro l’archiviazione disposta dal Provveditorato (con il patrocinio gratuito dell’avv. Enrico Follieri) hanno fatto precipitosamente marcia indietro, sostenendo che sulla faccenda degli espropri ha ragione il Comune di Foggia.
La tesi del municipio foggiano (e del comitato) è che il Piano di rischio aeroportuale approvato dal Consiglio Comunale nel lontano 2013 equivale a dichiarazione di interesse pubblico dell’opera, che quindi vanifica i ricorsi dei privati che si sono ritenuti danneggiati dal progetto.
Dopo aver rimediato l’ennesima figuraccia ed esibendo una notevole faccia tosta, Regione e Adp adesso convergono sulla tesi del Comune ma al braccio di ferro con il Provveditorato preferiscono una linea più morbida: la rapida riconvocazione della conferenza di servizio che – secondo quel che si pensa a Bari – garantirebbe tempi più celeri.
Può essere, e da parte foggiana si è fatto già sapere che all’occorrenza il ricorso verrebbe immediatamente ritirato.
A peggiorare la situazione, c’è che il disinvolto dietro front di Regione e Adp non è stato ufficialmente comunicato al Comune di Foggia, i cui amministratori hanno appreso della inversione di rotta da un comunicato stampa.
Difficile dire come andrà a finire la vicenda.
Resta però l’ennesima prova di approssimazione, di insipienza. L’ennesimo schiaffo a Foggia e alla Capitanata. L’ennesima riprova di un malessere profondo nei rapporti tra Bari e Foggia, che non può essere derubricato o esorcizzato come mera manifestazione di “foggianesimo”.
A Bari sono bastati nove giorni per allungare la pista dell’aeroporto di Palese. Foggia attende invano da anni.
Ma finalmente abbiamo capito perché.
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Altro esempio di vergogna nazionale nella ripartizione dei finanziamenti e nella impari gestione delle opportunità offerte. L'aeroporto "Gino Lisa" di Foggia non riesce a decollare. Foggia, che prima dell'unità d'Italia era il secondo centro commerciale del Regno delle Due Sicilie, e che era stata sede della Regia Dogana, oggi è ridotta al rango di una città totalmente declassata. Eppure, nella Capitanata c'è il Gargano, che raggiunge con le sole presenze turistiche dichiarate circa 3 milioni di visitatori. Quale altra area turistica al mondo con una presenza dichiarata di 3 milioni di presenze non possiede un aeroporto su scala almeno provinciale?
Perché non fare un vero film da trasmettere alle generazioni presenti e future?