Stai attraversando ancora le ore che dalla notte ti portano al giorno, con le palpebre chiuse sugli occhi, quando pensi che oggi a Vico, nel paese dove sei cresciuto, si festeggia san Valentino, prete e martire.
Vorresti così aprire quelle palpebre lontano da qui, dove la vita ti ha voluto, e spalancarle sulle arance dorate circondate dai rami di alloro profumato, che sembrano guardarti mentre attraversi corso Umberto.
Così cominci un viaggio di pensieri, mentre ti abbandoni ai doveri della giornata riposti sulla scrivania.
E pensi che almeno oggi per un momento ogni vichese, in qualsiasi angolo di mondo si trovi, penserà – come te – al Santo del paese, che con l’indice puntato verso l’alto attraverserà in processione le strade di Vico.
Quando eri bambino non si andava a scuola, pensi.
San Valentino avrebbe portato anche qualche fiocco di neve, che magari avresti assaporato con un filo di vincotto.
E te le immagini le campane, suonate a festa per l’occasione che da quattrocento anni le fa rincorrere una dietro l’altra.
Te lo immagini il Santo appena fuori dalla sua Chiesa, con alle spalle l’albero dell’ulivo posato sull’orizzonte, le tre torri simbolo di fortezza e l’acqua che scorre sotto il ponte a ricordare le sorgenti, i simboli raffigurati nello stendardo del Comune, dove vorresti rivedere anche un arancio, come forse un tempo fu.
Ora passa sotto la corte del castello di Federico II, la gente è infreddolita e assiepata ai bordi delle strade, il segno di croce di un’anziana sul balcone, l’incrocio con il fraticello d’Assisi (posto come fosse un faro di luce a snodo delle principali vie del paese), la benedizione degli agrumeti al Carmine per chiedere protezione dalle gelate dell’inverno, i fragorosi fuochi d’artificio, un palloncino che vola via lontano dalla mano di un bambino.
È lo stesso palloncino che ti è scappato di mano tanti anni fa, te l’aveva comprato tuo nonno, che per un giorno almeno dell’anno aveva lasciato le cure della campagna per onorare il patrono di Vico, delle sue terre indurite dall’uomo, dei suoi figli, vicini e lontani, nel mondo ormai sparsi.
Buon San Valentino a tutti.
Francesco A.P. Saggese
(Foto di Pasquale D’Apolito)
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