Vladimiro Forlese |
La poesia, così come la scrittura, può essere militante. Soprattutto se ne è autore Vladimiro Forlese. L’ho apprezzato come scrittore leggendo con gusto il suo romanzo, Alpha Ursae Minoris, come poeta l’ho conosciuto ed amato sfogliando qualche raccolta, sentendolo declamare i suoi versi che posseggono una innata teatralità. Non un poeta aulico, insomma: Forlese utilizza versi e parole per scendere nell’agone della vita, dei suoi contrasti, dei dualismi e delle contrapposizioni che punteggiano il quotidiano.
Non poteva esserci autore più significativo di Forlese (originario di Roma ma foggiano d’adozione, con una lunga militanza nel movimento sindacale, negli anni Settanta, fino al suo trasferimento a Trento) per inaugurare “Spazio Poesia”, una serie di appuntamenti promossi dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, per riflettere sulla scrittura poetica a partire da percorsi critici e creativi esemplari riferibili anche al territorio dauno.
L’appuntamento è per oggi, martedì 20 febbraio, alle ore 18 nella sala “Rosa del Vento” (via Arpi 152) per la presentazione dell’ultima raccolta di versi pubblicata da Forlese, per i tipi di Curcu&Genovese. Il titolo è di per sé significativo: “Una felicità di spine”, come a dire che il nirvana non esiste e che la felicità è un complesso equilibrio da cercare tra il Noi e l’Io, e sempre senza smarrire il senso delle cose.
L’incontro sarà introdotto dal presidente della Fondazione, Aldo Ligustro, mentre il volume sarà presentato dal critico e filosofo foggiano Giuseppe Marrone. Nel corso della serata, alcune liriche presenti nel volume saranno lette dall’attore Tonio Sereno.
“Una felicità di spine” è una silloge in cui si trovano, senza alcuna indicazione cronologica, versi inediti mescolati a liriche già presenti in altre pubblicazioni, insomma, una sorta di antologia alla cui stesura e scelta dei testi l’autore ha provveduto personalmente. In appendice sono presenti Cinque Poemetti (monologhi) raggruppati sotto un unico titolo: “Non siamo ombre”. Nella prefazione al volume, la scrittrice Nadia Bertolani coglie con attenzione e intelligenza lo spessore militante della poesia di Forlese, metaforicamente paragonata alla costruzione di una casa:
“Forlese ha la consapevolezza che scrivere versi è impresa faticosa ma esaltante, proprio come costruire la casa tanto desiderata: servono braccia potenti… una pietra dopo l’altra (libertà, uguaglianza, giustizia)… E mille ragnatele di parole sotto i tetti. Una casa (una poesia) che ama le stelle e dove c’è posto anche per chi oggi ride e non ci crede. E alla metafora della casa si aggiunge quella delle mani necessarie a costruirla: mani come quelle del fabbro che martella scintille o come quelle del pescatore che tira su dal mare solitari gioielli, mani coraggiose che si oppongono ostinate all’ostinazione del dolore.”
Oggi pomeriggio la presentazione, alle 18.00, nella sala “Rosa del Vento” della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, in via Arpi 152. Non mancate.
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