Reddit è un social molto particolare. La pubblicazione dei post, così come dei link, è riservata solo agli utenti registrati. La peculiarità della piattaforma è che, oltre che dire la loro sugli argomenti che vengono messi in discussione, gli utenti esprimono una valutazione sui diversi interventi, in modo che alla fine viene fuori una sorta di classifica dei commenti maggiormente apprezzati.
Qualche tempo fa, un utente ha aperto un thread in cui chiedeva quale fosse secondo il giudizio dei partecipanti alla discussione, la città più brutta d’Italia.
Il risultato è stato molto amaro per Foggia, che risulta la città più suffragata in questo poco edificante contest. E non solo: a conquistare (con 29 punti) il primato quale commento più apprezzato dai lettori è proprio uno tra i più “infamanti” per Foggia, in cui si legge: “Adoro la Puglia, ma Foggia m’ha procurato un desiderio di farla finita all’istante.”
Logico che, con queste premesse, il dibattito che si è sviluppato sia stato tutt’altro che positivo per Foggia, tanto più diversi commenti (purtroppo anche questi tra i più suffragati) mettono in relazione la presunta bruttezza del capoluogo dauno con il noto, e tristo, proverbio: “fugg’ da fogg’ eccetera eccetera”, si legge nel commento al post che apre la discussione e che come abbiamo visto bolla impietosamente Foggia.
Torna ad intervenire l’autore del primo commento che si chiede, un po’ incredulo, a proposito del proverbio: “Eh sì, ma poi ho scoperto che è un detto dei pugliesi stessi. O di alcuni foggiani, vedi mai. Può essere?”
Può essere sì: al danno si aggiunge la beffa. Non bastava Moravia a esprimere pesanti perplessità sulla qualità estetica della città di Foggia. Ci si mettono gli stessi foggiani.
Lo conferma un altro commento, particolarmente votato, che è questa volta di un foggiano che lungi dal prendere le distanze, rincara la dose: “Dai foggiani è usato solo dai tifosi come slogan. Sulla recinzione dello stadio c’è un murale con la scritta “fuggi da foggia” alta circa 2m. Però io l’ho sempre sentito dire da persone non foggiane. In ogni caso, da foggiano, ti posso dire che è assolutamente vero. La principale ragione della bruttezza di Foggia sono i suoi abitanti.”
E sembra proprio che siano i foggiani a non volerne sapere di difendere la loro città. “Vengo da Foggia provincia e confermo – si legge in un altro commento. – Inoltre, appena ho visto il thread su Reddit la prima cosa che ho pensato è stata Foggia.”
C’è perfino chi evoca paesaggi e contesti… infernali: “Io ricordo un’aiuola completamente ricoperta d’immondizia con un tronco morto in mezzo e un lago di sangue coperto di segatura davanti alla stazione. E ci sono stato per un’ora e mezza.”
Passi per l’aiuola sporca e l’albero morto, ma cosa poteva essere successo da provocare la chiazza di sangue, ed uno spettacolo così orripilante?
Poi, finalmente qualcuno chiama in causa altre località. La prima città a contendere al capoluogo dauno il primato di città più brutta d’Italia è Busto Arstizio, di cui viene posto in evidenza il ginepraio di strada che rende difficilissimo orientarvisi, e ancora Gela (“Il terzo mondo senza i bambini sorridenti che giocano a pallone”), Mestre (“la più grande città d’italia che non esiste” si legge in un commento che si riferisce al fatto che è ancora unita amministrativamente a Venezia), Potenza (“hanno costruito ponti e viadotti come se non ci fosse un domani, “vanta” il sistema di scale mobili (all’aperto) più lungo d’Europa”).
L’impressione (e la speranza) di una rimonta che possa portare Foggia ad una posizione meno imbarazzante durano poco, purtroppo. Ad un utente registrato che chiede “qualcuno può mi dirmi cosa hanno Gela e soprattutto Foggia che non va?” viene sparata una risposta (tra le più suffragate…) che fa accapponare la pelle: “Tipo hai presente quei videogiochi ambientati in Medio Oriente dove vedi quattro case bianche scrostate a bassa risoluzione con nessuno in giro e la costante sensazione che qualcuno dietro l’angolo sia pronto a ucciderti? Ecco.”
“Hai reso benissimo l’idea di Foggia”, commenta uno che si firma come “foggiano here”.
E parte da qui una raffica ci commenti che sbaraglia ogni concorrenza, e riporta il capoluogo dauno in vetta alla classifica: “Su Foggia andrebbe calata una cupola per evitare che chi ci passa tenti il suicido.” “Vince Foggia a mani basse. Al confronto Pescara sembra Miami.” E poi, il più insultante di tutti: “Foggia è una roba che tuttora non mi capacito che esista, come tutti i foggiani non si siano suicidati è per me incomprensibile.”
Che dire? Foggia non sarà il massimo, in fatto di bellezza. Ma sconta anche la totale mancanza di autostima della sua popolazione. E comportamenti incivili che abbruttiscono e abbrutiscono la città, come quello immortalato da Michele Sepalone, nella foto che illustra il post.
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BRUTTEZZA E BELLEZZA NON SONO SOLO FATTORI ESTERIORI MA FINISCONO PER ENTRARCI DENTRO CONDIZIONANDO NEGATIVAMENTE O POSITIVAMENTE LA NOSTRA ESISTENZA
Foggia è brutta? Sì, in molte sue parti ma, cos'è bello e cos'è brutto?
A Foggia per vedere il bello devi contenere l'angolo di visuale rinunciando all'angolo giro; devi voltarti intorno utilizzando un teleobiettivo per isolare il brutto ma, negli anni il teleobiettivo è sempre di focale maggiore e l'angolo sempre più acuto.
Tuttavia, come scriveva Voltaire: "Interrogate il diavolo. Vi dirà che il bello è un paio di corna, quattro zampe a grinfia e una coda”.
Il termine brutto spesso evoca una gamma estesa di associazioni: dalla disarmonia al manifesto disgusto…
Per Umberto Eco legava la bruttezza alla percezione di una disarmonia e di un’alterazione rispetto alla norma.
E la bellezza? La bellezza genera un senso di riflessione benevola sul significato della propria esistenza dentro il mondo naturale.
La bellezza comporta la cognizione degli oggetti come aventi una certa armonia intrinseca oppure estrinseca, con la natura, che suscita nell'osservatore un senso ed esperienza di attrazione, affezione, piacere, salute.
Ed è ciò che molto ci manca.
Definite la bellezza e la bruttezza. possiamo ora cimentarci nella ricerca di cos'è bello o cos'è brutto di Foggia…
Tre sono i punti che sottometteremo alla nostra analisi:
A. le caratteristiche architettoniche e monumentali;
B. le opere infrastrutturali che la rendano percorribile e perciò fruibile;
C. il senso civico dei suoi abitanti che ha a che fare con la cultura e civiltà complessiva della sua comunità.
Non prenderemo in esame altri punti che ci richiederebbero uno spazio ben superiore di quello utilizzabile.
A. Foggia è architettonicamente brutta nella sua indecente commistione tra antico, vecchio e moderno. Il monumentale antico, raramente manutenuto, è violato, distrutto, circondato da uno scandaloso povero vecchiume e da un indecoroso pseudo moderno inessenziale nelle linee che ha permesso l'arricchimento della classe edile cittadina.
Le linee degli edifici sono irregolari e contrastanti nell'alternarsi dell'antico con lo pseudo moderno ed il vecchiume. Gli alti edifici pseudo moderni sorgono poi su strade strette pensate per edifici di minori dimensioni e così pure i cortili interni.
Foggia è una città di facciata senza retroguardie che siano all'altezza delle vie principali.
Foggia è piena di abusi edilizi, dalle sopraelevazioni degli edifici, agli interventi su singole proprietà che invadono e non rispettano il complesso di cui fanno parte.
I monumenti che pur ci sono, non sono protetti e conservati degnamente e non vi sono progetti nuovi all'altezza del passato.
Uscire da questa situazione incresciosa è cosa dura ma se non cominciamo a progettare un contesto più bello, i tempi di realizzazione si accorceranno e molti di noi potranno utilmente fruirne.
… continua …
B. La città non aveva e non ha le caratteristiche di viabilità adatte a sopportare l'enorme traffico veicolare che la invade inquina ed affoga ogni giorno. Le auto invadono ogni spazio, marciapiedi compresi.
Foggia ha bisogno di mutare pelle assumendo una dimensione policentrica ove i vari centri siano interconnessi dalle diverse modalità di trasporto, una sorta di opposizione all’interpretazione “tradizionale” della attuale gerarchia urbana: linee tramviarie di circonvallazione che mettano in comunicazione i nodi viari d'ingresso in città, sulla nuova orbitale; una linea metropolitana di superficie per il collegamento dell'aeroporto Gino Lisa alla ideata stazione San Lorenzo per l'alta velocità; la configurazione della stazione San Lorenzo e Incoronata in stazioni metropolitane cittadine per il collegamento dell'area industriale e del nuovo casello autostradale.
La Fiera deve tornare ai suoi splendori e và interconnessa con l'aeroporto e le varie stazioni ferroviarie e i suoi spazi valorizzati.
L'aeroporto Gino Lisa deve riprendere a funzionare.
Le piazze vanno abbellite e pedonalizzate, i marciapiedi e le strade manutenuti.
C'è molto da fare ma il coinvolgimento di tutti è essenziale per la realizzazione di questo progetto.
C. la comunità foggiana spesso ingiustamente insultata e schernita, deve avere di più e di meglio perché lo merita ma per tornare a crescere in ogni senso, dobbiamo contrastare due umilianti forme di colonialismo che ci costringono in un ruolo storico che non ci appartiene: il colonialismo nazionale che proviene dalla unità d'Italia e quello regionale che opera con le stesse modalità operative della sottrazione.
C'è infatti una stretta relazione tra la crescita economica e quella culturale. Quando l'economica muore, anche la cultura muore e con esse il ruolo delle istituzioni e della politica. Gli individui si scontrano tra loro diventando giudici dell'altrui destino. La comunità si spegne anche se rimangono permangono segnali di una comune appartenenza nel cibo, nel dialetto e nelle usanze che non bastano a colmare il vuoto che si crea rispetto alle aree più ricche e meglio infrastrutturate.
Dobbiamo risalire la china dello sprofondo nel quale siamo stati cacciati e per raggiungere questo possibile obiettivo, dobbiamo ragionare fortemente in termini di comunità cittadina e territoriale e unire le forze valorizzando il capitale umano che in essa vive. Per fare una comunità forte occorre tuttavia estendere il senso di appartenenza ad ogni livello sociale, culturale ed economico.
Non vi sono altre strade da percorrere perché il respingimento e la estraneazione di una parte del corpo comunitario così protratta nel tempo è controproducente per tutti noi.