Foggia, 1943. Ragazzi scalzi giocano per strada a pallone, sotto il palazzo della Banca d’Italia, occupato dalle forze militari alleate che sono entrate da qualche settimane in città. Si divertono scambiandosi imprecazioni dialettali e espressioni anglicizzate ad indicare i momenti del gioco. Il fallo di mano (hands) diventa “enzo!” E se il portiere tocca la palla con le mani, è “frichigno”.
I soldati americani osservano divertiti. Tirano i mozziconi ancora accesi delle loro sigarette sul selciato, incuranti del fatto che i ragazzi potrebbero scottarsi. Altri lanciano caramelle, per la gioia di quegli improvvisati calciatori.
Comincia così lo spettacolo Il meraviglioso filo del ricordo. La fine di una guerra è sempre il più bel goal, messo in scena da Anziania Creativa e da Bruno Caravella. Sorprendente, struggente, un autentico prodigio di creatività.
Musicoterapeuta e animatore culturale, ma anche cantastorie e poeta, Caravella è riuscito a comporre, partendo dai ricordi e dal desiderio di stare insieme di diciotto anziani foggiani che frequentano il Polivalente “Palmisano” di Foggia, un mosaico colorato e ricco di suggestione, che racconta da un punto di vista originale a volte commovente, a volte con accattivante leggerezza, le più intense pagine della storia cittadina del secolo scorso: la Foggia dell’occupazione alleata e della difficile ricostruzione post-bellica.
Cinque quadri accompagnati da altrettante canzoni con una scenografia nuda, composta da oggetti simbolici: la matassa che si dipana, così come il filo dei ricordi, l’immancabile pallone.
Ho visto lo spettacolo nella cornice insolita ma del tutto azzeccata, della sezione Fondi Speciali della Biblioteca Provinciale di Foggia. Uno spettacolo nello spettacolo vedere i protagonisti che sfogliavano con gli occhi un po’ luccicanti i libri del fondo dedicati ai bombardamenti e alla Foggia del 1943.
Ha di che essere soddisfatta Gabriella Berardi, direttrice del Polo Bibliomuseale: “Attività di questo tipo, costituiscono un esempio di biblioteca viva e vitale, che sa tenere insieme le memorie delle fonti scritte e la memoria orale dei protagonisti diretti della storia”.
Sull’importanza del ricordo come risorsa da rinnovare continuamente, attraverso varie espressioni artistiche, insiste anche Caravella: “Le storie sono attorno a noi, nell’anonimato delle persone che ci camminano a fianco. Non possiamo permettere che questo patrimonio collettivo resti consegnato all’oblio: dobbiamo, invece, rimetterlo in circolo nelle tantissime forme della narrazione, perché si diffonda e germogli in altre vite, proprio come un filo che ci lega tutti e ci tiene uniti”, sottolinea Caravella.
Bello anche il video finale, con foto d’epoca dei protagonisti, che vale la pena ricordare. A tutti un plauso sincero,affettuoso, ammirato: Giovanna Bianco, Nicola Cafagna, Domenico Carella, Giuseppe Circiello, Luigia Colabella, Carolina Delli Carri, Donato D’Oto, Maria Formez, Annamaria Frisoli, Andrea Idea, Nunzia Lombardi, Antonio Miglio, Paolo Narducci, Donato Petruzzi, Teresa Sforza, Lucia Violano, Dora D’Elia, Filomena Palmieri.
Qui sotto il video di Enzo Siesto con il commento di Mara Mundi che racconta efficacemente l’intesa serata in Biblioteca.
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