Ripartiamo da qui. Dall’immagine che illustra questo post. Dal capitano che quasi in lacrime, abbraccia suo figlio, pulcino rossonero e raccattapalle durante la sfida col Venezia. Esce quasi piangendo, Agnelli che non dev’essersi reso ancora conto che stasera allo Zaccheria c’è stato un miracolo: il pareggio conquistato dal Foggia in rimonta sul Venezia vale oro. Forse un campionato. E con lui altri non se ne sono resi conto gli altri satanelli che sono usciti dal campo piangendo, come se avessero perso la qualificazione al mondiale.
Avete pareggiato, ca**o. Abbiamo pareggiato, e Zafò…
Prendiamo atto della realtà.
Per qualità dei giocatori, per organizzazione di gioco, stasera non c’era partita tra Foggia e Venezia, eppure il Foggia, sotto di due gol, è riuscito ad impattarla. Giocando di cuore. Non rinunciando mai ad inseguire il sogno.
I fischi non vanno certo indirizzati ai ragazzi. E neanche a mister Stroppa. L’anno scorso gli andava tutto bene, quest’anno gli dice tutto male. Però, insisto: alla fine i piedi buoni vincono sempre, e far congelare Deli in panchina e Sarno addirittura fuori rosa non mi pare sia stata un’idea eccelsa.
Per carità di patria tralascio di commentare i rumors su Vacca che lo danno per partente all’imminente mercato invernale. Ma perchè far partire una bandiera per comprare l’ennesimo di quei tanti che “quelli che in casa loro comandano loro” hanno fatto arrivare in estate, promettendo mare e monti?
Ma in fondo è ingiusto anche criticare i Sannella, che ci mettono la faccia e i soldi e hanno chiuso il bilancio con passivo niente male ed hanno regalato alla città la soddisfazione di una promozione in B che mancava da decenni.
Una ragione di più per ricordare che l’alchimia vincente è stata l’equilibrio perfetto tra tifosi, dirigenza, allenatore e giocatori, e va al più presto recuperata.
Infine i tifosi. Stasera hanno fischiato. Delusi dalle ennesime sviste difensive, dalla pochezza offensiva che i satanelli hanno mostrato fino a pochi minuti dalla fine. Si può capirli, e si deve capirli. Tifosi così meriterebbero ben altro.
Ma sono stati fischi d’amore.
Da domani si riprende, tutti insieme. E tu, capitan Agnelli, mio capitano, sorridi.
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Bello il tuo commento, Geppe, ma non credo proprio che i fischi dei tifosi fossero d'amore. Erano fischi in risposta ad un atteggiamento (e, per fortuna, una volta tanto non a un risultato). Perché alla fine anche la bomba-carta lanciata dai nostri tifosi a Bari potrebbe essere dipinta come una…"esplosione" d'amore. Cordialmente (Maurizio De Tullio)
Strepitoso Foggia, che rientra in partita, forse dopo la dura contestazione dagli spalti, e da tt se stesso nel finale.
Degno e incoraggiante articolo,una precisazione,la testa del raccattapalle che tocca il ns immenso Capitano,e' quella di suo figlio.
Si smp fiero di tuo papa'…
11 A G N E L L I
Il tuo commento mi ha emozionato. Più che il giornalista c'è l'anima del tifoso che viene fuori, anima vera di tifoso vero che si emoziona e fa emozionare soprattutto quando ci sono le difficoltà. Grazie Geppe
Gianni Ruggiero
Ce bello però vedere alla fine tutti i calciatori abbracciarsi nonostante i fischi.. il calcio è davvero strano mister Inzaghi.. Avanti Foggia non mollare mai!!
Anonimo tifoso foggiano
Chiedo scusa ma c'è una contraddizione nel pezzo quando afferma che è stato un errore tenere fuori Sarno e Deli,e quindi imputare indirettamente la responsabilità all'allenatore, ed al contempo dire che i fischi non erano indirizzati a Stroppa, invece erano soprattutto dedicati a lui chr ha quasi distrutto un bel giocattolo!