Il Foggia ricomincia da Stroppa. E non può fare diversamente.

Da quando Mazzeo s’è fatto male, il Foggia non segna più, e la classifica diventa sempre più preoccupante. I satanelli tornano da La Spezia con la terza sconfitta di fila, che li fa precipitare al penultimo posto in classifica in condominio con Ternana e Pro Vercelli, e quindi in piena zona retrocessione.
La sola certezza emersa dalla triste e piovosa serata spezzina è che Stroppa non si tocca, come la società ha fatto chiaramente intendere negli spogliatoi nel post-partita, e va bene così, perché ormai è chiaro che la frittata è stata fatta nell’inconcludente mercato estivo e che la sola speranza di cavare il ragno dal buco sta proprio nelle mani del mister.
Che ieri ha fatto quanto poteva nel tentativo di non tornare dalla Liguria a mani vuote, e poteva ampiamente riuscirci se non fosse stato per la magia di Gilardino che ha procurato la rete vittoria ai padroni di casa (con la complicità della solita distrazione difensiva) e per un paio di gravi errori di mira degli attaccanti rossoneri.
Se pari fosse stato, il merito sarebbe andato tutto a Stroppa che ha capito che non si può giocare con il 4-3-3, ovvero con due ali, se poi non hai un finalizzatore al centro dell’attacco, e ha schierato un prudente 3-5-2 che ha imbrigliato i padroni di casa e non gli ha consentito granché, oltre al gol partita.
Le statistiche danno ragione a chi dice che un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto: 54 contro 46% il possesso palla a favore del Foggia, 9 i tiri (ma uno solo nello specchio della porta) dei Satanelli contro i 4 (2 in porta) dello Spezia, 8-4 i calci d’angolo per i rossoneri.

Le note più positive della serata giungono dal centrocampo, dove hanno fatto vedere cose molto positive soprattutto Agnelli, che si è speso con la consueta generosità, e Vacca, che ha spostato più avanti la posizione fornendo interessanti assist agli attaccanti (suo un delizioso colpo di tacco, sfruttato molto male da Chiricò).
Buio pesto in attacco. Inizialmente Stroppa aveva mandato in campo Beretta e Floriano, poi sostituito da Chiricò. Gli attaccanti rossoneri sono stati tutti evanescenti.
La mancanza di Mazzeo, che potrà rientrare nei ranghi soltanto a febbraio, si fa maledettamente sentire. Da quando il bomber si è fatto male, il Foggia non è più andato in gol su azione.
Ancora una volta sul banco degli imputati il mercato ed alcune scelte forse affrettate. Nicastro, acquistato per essere affiancato a Mazzeo (e a suo tempo definito “ciliegina sulla torta” dall’allora direttore sportivo Di Bari), si è visto poco, anche per gli infortuni che l’hanno colpito. Beretta è un giovane di valore, ma non gli si può chiedere di reggere da solo l’attacco rossonero.
Che la panchina sia corta lo si è visto chiaramente anche ieri sera al Pico di La Spezia. Sulla panchina ligure c’erano 12 giocatori, soltanto 9 su quella rossonera.
Forse si è lasciato partire troppo in fretta Di Piazza, e l’aver messo fuori rosa Vincenzo Sarno (non rientrava nella lista degli over 23) si sta rivelando un gravissimo errore.
La speranza di risalire la china sta proprio nell’umiltà di ricominciare, e nella intelligenza di mister Stroppa.

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Author: Geppe Inserra

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