C’è un pezzo di Foggia e della Capitanata nell’impresa di ieri sera del Pordenone che a San Siro. La squadra neroverde, negli ottavi di Coppa Italia, ha tenuto fronte all’Inter fino al secondo rigore della serie ad oltranza, dopo che erano finiti in parità, per zero a zero, tanto i novanta minuti regolamentari che i tempi supplementari.
Al di là della curiosità statistica, la circostanza dovrebbe far riflettere chi pensa che l’erba del vicino è sempre la più verde…
Tanto per dire, tra i migliori in campo c’è stato Miguel Ángel Sainz-Maza approdato alla società friulana in prestito dal Foggia, nello scorso mese di luglio (c’era proprio bisogno di cederlo, viste le grosse difficoltà che i satanelli stanno incontrando in serie B).
Maza ha incantato il pubblico milanese per la determinazione e la classe con cui ha giocato. Per inciso, era il solo giocatore del Pordenone ad avere già incrociato, e spesso, il suo destino con quello di Maurito Icardi. Si erano sfidati da ragazzi in Spagna, il primo con i colori del Racing Santander e il bomber interista nel Barcellona. Maza finì nella cantera del club blaugrana proprio per sostituire Icardi.
Ieri sera ha sfiorato il gol con una incursione dalla fascia di quelle che piacevano tanto ai tifosi del Foggia, con la cui casacca ha giocato 79 volte, segnando 11 gol.
Chi in gol invece ci è andato, mettendo nel sacco il secondo rigore dei neroverdi (il primo era stato sbagliato da Misuraca, quindi si è trattato anche della prima segnatura a San Siro della formazione di Lega Pro) è stato un’altra vecchia conoscenza dei campi dauni di calcio: Salvatore Burrai, centrocampista dell’ultimo Foggia targato Zeman, che aveva esordito nel calcio che conta a Manfredonia, nello storico campionato disputato dalla società sipontina in serie C1, nella stagione 2007-2008.
Dauno doc è invece il protagonista indiscusso dell’impresa del Pordenone a San Siro, Leonardo Colucci, uno che nell’ambiente calcistico viene ritenuto una sorta di predestinato, e che si sta segnalando come uno dei più promettenti tecnici della nuova leva venuta fuori da Coverciano.
Colucci è originario di Cerignola ed è ancora profondamente legato alla sua città d’origine, che ieri sera era tutta per lui: “Hanno tifato per me anche gli interisti cerignolani più incalliti”, ha detto ai microfoni della Rai, ancora emozionato per i sinceri complimenti che gli erano stati rivolti dall’allenatore interista Spalletti.
In effetti il Pordenone, impegnato in Lega Pro un difficile tentativo di promozione, ieri sera ha impartito una lezione di calcio, in quell’autentica Scala del pallone che è lo Stadio Meazza, e ci è mancato davvero poco alla qualificazione, dopo che nel turno precedente aveva fatto fuori un altro club di serie A, il Cagliari.
Da giocatore, Leonardo ha cominciato a tirare i primi calci proprio a Cerignola. È approdato al calcio che conta con la Lazio, esordendo in seria A nel 1995, per giocare poi con la Reggiana, il Bologna, il Verona e il Cagliari. Una carriera piena di soddisfazioni, ma sempre lontano da casa.
Il tweet fattogli pervenire in televisione dai suoi amici cerignolani, al termine della impresa di ieri sera, lo ha riempito di soddisfazione. Sarebbe bello se un giorno lo vedessimo allenare il Foggia. Semmai in serie A.
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