Palazzo imperiale di Federico II: come valorizzarlo e farne un attrattore turistico?

Si torna a parlare del Palazzo di Federico II a Foggia e dell’idea di potenziare e sviluppare la fruibilità di quanto oggi rimane della residenza medievale. Poche cose, in verità: l’Arco d’ingresso, murato in un fianco del Museo Civico, dopo essere miracolosamente sopravvissuto ai bombardamenti della tragica estate del 1943; l’iscrizione che certifica l’amore dell’imperatore svevo per la “sua” Foggia, che proclama “inclita sedes imperialis” e l’avvio dei lavori, diretti dallo scultore Bartolomeo da Foggia, ma anche tanti piccoli segni e testimonianze, sparsi nell’area in cui doveva sorgere il Palazzo, e poco conosciuti.
Poche cose, e per giunta scarsamente valorizzate.
Qualche mese fa, su iniziativa del giornalista e scrittore Giovanni Cataleta venne lanciata una petizione on line (sostenuta da Lettere Meridiane) che vagheggiava la possibilità di ripetere a Foggia, per il palazzo fridericiano, quanto Edoardo Tresoldi ha fatto a Manfredonia con la basilica paleocristiana, ricostruita in fil di ferro e divenuta in pochi mesi il monumento pugliese più visitato.
Una suggestione audace e intrigante, di complessa praticabilità, visto che l’area è oggi fortemente urbanizzata e che non si conoscono con precisione né l’ubicazione né l’esatta fisionomia del Palazzo.
È però un dato di fatto che i resti del Palazzo Imperiale non riescono ad assolvere al loro ruolo più naturale: testimoniare un periodo storico comunque fondamentale per la città e fungere da attrattore turistico.
Come avviare un percorso virtuoso, che possa rendere più significative le vestigia del Palazzo e valorizzare le tracce della presenza di Federico II a Foggia e in Capitanata?
Se ne parlerà oggi pomeriggio, alle 17.30, in una conferenza dibattito, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia e organizzata dalle associazioni Gli amici del museo civico di Foggia, Ipogei Foggia e Nuovi Spazi, le testate Mitico Channel e Lettere Meridiane, il Circolo Daunia, l’azienda vinicola Borgo Turrito.
Interverranno ai lavori lo storico Carmine de Leo, presidente degli Amici del Museo; il giornalista Giovanni Cataleta, il direttore di Lettere MeridianeGeppe Inserra, Riccardo Rignanese, presidente dell’associazione Nuovi Spazi, Luigi Colapietro, responsabile dell’associazione Ipogei di Foggia, Luca Scapola, titolare dell’azienda Borgo Turrito.  Svolgerà le conclusioni il presidente del Circolo Daunia, Beppe Ordine.
Alla conferenza, seguirà una visita ai sotterranei della chiesa dei Morti ed agli Ipogei urbani per far conoscere ai partecipanti i vasti locali sotterranei che caratterizzano questa parte del centro storico di Foggia e sono considerati gli ambienti sotterranei della reggia di Federico II di Svevia e dei suoi annessi.
Verrà presentata anche un originale esperimento di “riuso” degli ipogei quali cantina naturali per l’invecchiamento del vino.
Di particolare interesse si preannuncia la relazione introduttiva che sarà svolta da Carmine de Leo, con l’ausilio di materiali multimediali, e che presenterà al pubblico sia lo stato dell’arte della ricerca documentale sul Palazzo federiciano, sia alcuni documenti inediti, che hanno contribuito a ricostruire più puntualmente l’aspetto che il palazzo, oggi distrutto, aveva all’epoca della suo maggior splendore, quando ospitava la corte dell’imperatore svevo.
Lo stesso de Leo ha pubblicato qualche giorno fa, sulle cronache culturali de La Gazzetta di Capitanata la suggestiva immagine che illustra questo post, e che mostra una ricostruzione del palazzo sovrapposta ad una mappa di Foggia.
Non mancate, insomma, perché ci sarà da divertirsi.

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Author: Geppe Inserra

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