In un commento all’articolo sull’ennesimo episodio di disimpegno di Trenitalia da Foggia (la chiusura del cosiddetto Impianti Equipaggi), scrivevo che questa volta non si possono addossare responsabilità alla geopolitica e al “baricentrismo” che tante volte hanno penalizzato il capoluogo dauno, ma che il movente va piuttosto ricercato nelle filosofie aziendali di Trenitalia. Resto della mia opinione, ma è innegabile che il contributo di Vincenzo Concilio che segue, pur sostenendo un’altra tesi, contenga seri e condivisibili elementi di riflessione.
Non credo che il processo di accentramento nel capoluogo regionale di uffici, funzioni, infrastrutture nevralgiche per lo sviluppo possa essere interpretato con gli schemi di quel fenomeno della Storia comunemente identificato come Colonialismo. Ma non c’è dubbio che, dalla istituzione della Regione in poi, abbia avuto luogo in Puglia un processo che ha impoverito le aree più estreme della Regione, favorendo il centro. Non è un caso che il malpancismo pugliese tocchi tanto il Salento (meno colpito rispetto alla Puglia settentrionale, avendo avuto la fortuna e la capacità di esprimere presidenti dei governi regionali) quanto la Capitanata (che non riesce ad essere unitarie neanche sul piano dell’analisi).
Leggetelo, condividetelo, ma soprattutto commentatelo, ed esprimete la vostra opinione. (g.i.)
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