L’interessante tavola rotonda sulla seconda stazione di Foggia, promossa qualche giorno fa da Sinistra Italiana, ha offerto anche la possibilità di fare il punto sulle tante, furberie e mezze verità con cui Rete Ferroviaria Italiana ha portato avanti il confronto sul “baffo”.
Il capo della redazione di Foggia della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Santigliano, ha definito una “barzelletta” la motivazione addotta da Rfi al ripristino della bretella di Incoronata, che ha reso possibile il bypass della stazione di Foggia.
Formalmente, l’opera è stata giustificata con la necessità di applicare la cosiddetta direttiva Viareggio, emanata dopo il grave incidente che si verificò nella stazione della cittadina toscana.
La norma prevede che i treni merci non debbano più transitare nelle stazioni ubicate nei centri abitati. È stata fatta valere solo a Foggia. Ma la cosa più amara e paradossale, è che i convogli che trasportano merci continuano a passare ancora per Foggia.
“Se un giorno l’Energas dovesse aprire i battenti a Manfredonia, i convogli che trasportano metano dovrebbero inevitabilmente transitare per Foggia”, ha osservato Santigliano.
Il segretario generale della Filt Cgil di Foggia-Bat, Ruggiero Di Noia, ha invece introdotto nella discussione un argomento di cui fino ad oggi si sapeva poco, se non nulla.
A causa di una serie di questioni tecniche, comprensibili solo agli addetti ai lavori, per ripristinare la bretella di Incoronata sono stati installate delle apparecchiature che hanno rallentato l’ingresso e l’uscita dei treni che passano normalmente per la stazione di Foggia, impegnando la tratta su cui insiste il “baffo”.
Come a dire che al danno si è aggiunta la beffa. Per far risparmiare qualche minuto ai treni dell’alta capacità ferroviaria Bari-Napoli, si sono rallentati i treni normali, compresi quelli che vengono utilizzati dai pendolari e dagli studenti per raggiungere il posto di lavoro, la scuola, l’università.
Di quanto? Secondo il sindacalista Di Noia, di almeno 4-5 minuti. L’alta velocità non è poi un grande affare, se, per far risparmiare tempo a qualcuno, lo si toglie a (tanti) altri. Non vi pare?
Dulcis in fundo, l’ormai tramontata “centralità” della stazione ferroviaria di Foggia. A parlarne è stato il presidente del Comitato, Un baffo ferroviario per Foggia, Luigi Augelli. Sono in corso i lavori che la porteranno ad essere “telecomandata” da Bari. Verranno smontati tutti gli scambi che una volta venivano manovrati a mano, e che negli ultimi decenni venivano azionati elettronicamente dai capistazione di Foggia.
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