La Regione Puglia finanzierà per intero l’allungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa, avendo deciso di finalizzare l’opera non più, soltanto, ai voli civili. Lo scalo foggiano è stato individuato quale sede operativa della Protezione Civile regionale, e dovrà pertanto consentire il decollo e l’atterraggio dei due Canadair di proprietà regionale.
C’è poco da dire. La decisione del governo regionale pugliese è un concreto segnale di attenzione verso i problemi di Foggia e della Capitanata, e segna una decisa inversione di tendenza tanto più che è accompagnata da un’altra importante novità: la Regione sta per pubblicare un bando per 7 milioni di euro per incentivare i voli civili dagli aeroporti di Grottaglie e Foggia.
“Finalmente finanzieremo la pista del Gino Lisa, finalmente potremo pubblicare il bando per gli aiuti alle compagnie che vorranno volare partendo dal Gino Lisa, finalmente elimineremo per sempre l’idea di una Capitanata trascurata per definizione e che subisce un pregiudizio rispetto al sistema trasportistico dell’intera regione”, ha commentato il governatore regionale Michele Emiliano, e sarà difficile dargli torto, se agli annunci seguiranno i fatti.
La scelta del governo regionale pugliese è importante non solo perché supportata da una dotazione finanziaria senza precedenti a favore dell’aeroporto (14 milioni per l’allungamento della pista e una congrua parte dei 7 milioni del bando per incentivare i voli, ma anche perché, per la prima volta dopo tantissimi anni, alla Capitanata non viene più tolto, ma – era ora! – viene dato.
La decisione di ubicare a Foggia la sede della protezione civile regionale è coraggiosa: perché, nonostante la lunghezza della Puglia renda più comoda la localizzazione delle strutture regionali nelle aree centrali, questa volta si è deciso di collocare la struttura nella zona più settentrionale, ma anche più esposta agli incendi boschivi, nonché al rischio sismico ed idrogeologico.
Il finanziamento previsto dalla Regione a favore degli aeroporti di Foggia e Grottaglie introduce, infine, consistenti novità nella “vision” regionale circa il sistema aeroportuale pugliese che diventa di fatto quadripolare. Non più soltanto Bari e Brindisi, ma anche Foggia e Taranto.
Ultima considerazione: il lieto fine della vicenda conferma l’infondatezza delle accuse che erano state rivolte all’eurodeputata Elena Gentile per l’interrogazione presentata alla Commissione Europea.
La risposta ha messo in chiaro la impraticabilità o almeno la difficile sostenibilità dell’applicazione, nel caso del Lisa, delle nuove norme comunitarie in materia di aiuti di Stato (sarebbe stato necessario un contributo privato pari a un quarto del finanziamento complessivo).
Non si è trattato dunque di uno sgambetto, ma di un oggettivo contributo alla chiarezza, che ha probabilmente accelerato i tempi per l’adozione di un provvedimento che veramente potrebbe aprire un nuovo capitolo nella tormentata vicenda dell’aeroporto di Foggia.
Era ora.
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Per essere chiari! I 14 milioni per l'allungamento della pista non sono soldi regionali, sono soldi che vengono dal governo nazionale attraverso il fondo per lo sviluppo e la coesione, denominato FAS, fondo per le aree sottoutilizzate. I soldi regionali se e quando arriveranno sono quelli del bando per le compagnie interessate ai voli.