Trecentoventidue giorni dopo quel fatidico 6 dicembre 2016, il Foggia torna a farsi battere allo Zaccheria. Allora era stato il Fondi ad espugnare lo stadio di viale Ofanto, al termine di una sfida rocambolesca: inizialmente i satanelli avevano dominato la partita portandosi su 2-0, ma si erano fatti prima raggiungere e poi superare. Quella partita rappresentò il momento peggiore del campionato che poi il Foggia avrebbe vinto alla grande, conquistando la promozione proprio nella sfida di ritorno con il Fondi.
Andrà così anche adesso? I tifosi lo sperano, ma la delusione per la sconfitta casalinga con il Parma è difficile da digerire, quanto quella per la rimonta subita a Cesena, quando la vittoria sembrava ormai saldamente in tasca ai rossoneri.
La classifica torna a farsi critica: quartultimo posto, in condominio con Ternana e Cesena (sbaglia chi colloca il Foggia al penultimo posto, perché, a norma di regolamento, a determinare la posizione è la classifica avulsa compilata in base agli scontri diretti e non il quoziente reti). Ma resta corta: la capolista sta nove punti sopra, e la zona play off a soli 5.
Sperare nel riscatto non è proibito, ma bisogna voltare pagina in fretta e soprattutto evitare che il nervosismo e la scoramento abbiano la meglio.
Ieri sera, oltre alla prima sconfitta casalinga, i cronisti hanno dovuto annotare anche i primi fischi all’indirizzo della squadra di cui tutto si può dire, ma non che non si impegni allo spasimo.
Nella sfida con il Parma, i cui meriti sono stati ingigantiti dai demeriti rossoneri) non ha funzionato niente, e il gol del vantaggio segnato dagli ospiti, praticamente al loro primo calcio piazzato, ha fatto male prima di tutto alla testa e al morale dei giocatori, che da quel punto in poi non ci hanno capito più nulla.
Stroppa (sia ben chiaro, il meno colpevole della situazione) deve cercare di ritrovare prima possibile il bandolo della matassa. Impresa per niente facile, visto che è costretto a schierare diversi giocatori puntualmente fuori ruolo e che deve fare i conti con un’infermeria insolitamente piena e con una panchina più corta di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.
Il campionato si può ancora ampiamente salvare. Ma sarà bene che la società cominci da subito a lavorare ad un mercato di riparazione che possa correggere i limiti – evidenti e incontestabili – di quello estivo.
Scorrendo l’elenco dei 16 giocatori maggiormente utilizzati dal mister in questo primo scorcio del torneo (nell’ordine, Guarna, Mazzeo, Vacca, Rubin, Agazzi, Martinelli, Chiricò, Gerbo, Camporese, Loiacono, Deli, Fedato, Coletti, Fedele, Agnelli e Beretta) ci si accorge che per trovare il primo dei nuovi, che è Camporese, bisogna arrivare al 9° posto, e che oltre al centrale giunto dal Benevento sono soltanto tre (Fedato, Fedele e Beretta) gli altri nuovi acquisti schierati dal tecnico. 4 su 16: il che significa che per tre quarti il Foggia gioca con la stessa formazione dello scorso anno.
Senza far drammi, bisogna costruire una squadra competitiva utilizzando il mercato supplementare.
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