Dal 24 settembre, giorno dell’inaugurazione della mostra, fino al 24 ottobre è esposta a Bovino, nel Museo civico, una preziosa stele daunia del VII-VI secolo A.C.
Bellissima è la storia di questo antico monumento funerario, fatta di viaggi e di ritorni, di impegno e di immaginazione, di generosità e di intelligenza collettiva.
Lo scorso inverno, infatti, in una casa d’aste di Londra sarebbe stato battuto questo insolito pezzo, con una base di poco più di 2000 sterline. Finire nella collezione privata di qualche appassionato d’arte era il suo destino, dove solo a pochi intimi sarebbe stato consentito di goderne, lontanissima dal suo luogo d’origine e senza nessun vantaggio per la ricerca storica e archeologica.
Invece, due giovani foggiani hanno l’idea di fare una colletta, e con il tam tam di facebook e dei giornali in poco tempo si raggranella una bella sommetta che, con l’aiuto della Fondazione Apulia Felix, presieduta da Giuliano Volpe, diventa la base per aggiudicarsi la stele e riportarla a Foggia.
Una bella prova di partecipazione, di entusiasmo civico, di senso dei beni comuni e di fiducia fra le istituzioni e le persone. È importante raccontarla di nuovo adesso, dopo i tristi fatti di Faragola, per continuare ancora a credere che insieme si può sempre costruire, si può sempre uscire dal buio con la bellezza e con la generosità.
Alla giornata inaugurale della mostra, organizzata dall’Archeoclub d’Italia, sezione di Bovino, sotto l’egida della Soprintendenza archeologica foggiana e col patrocinio del Comune di Bovino, hanno partecipato il sindaco Michele Dedda e la presidente dell’Archeoclub di Bovino, Nunzia Roccotelli che hanno porto, rispettivamente, i saluti del Comune e del Museo, Simonetta Bonomi, Soprintendente all’archeologia, belle arti e paesaggio BAT e Foggia Marisa Corrente, archeologa della Soprintendenza, Valentino Romano, archeologo dell’Università di Foggia Anna Maria Tunzi, direttore archeologa della Soprintendenza BAT FG, Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, e molti cittadini, non solo di Bovino.
È stata anche presentata la Guida archeologica di Bovino, pubblicata da Claudio Grenzi e realizzata grazie a un progetto del MIUR che ha visto lavorare insieme l’Archeoclub di Bovino e l’Istituto Adriano Olivetti di Orta Nova, ed, inoltre, è stato lumeggiato il lavoro di ricognizione del territorio che anche quest’anno gli archeologi e le archeologhe dell’Università di Foggia condurranno nel territorio di Bovino, dove hanno già lavorato nella vasta area di scavo di Casalene, sede di una villa romana e tardoantica, non ancora del tutto portata alla luce.
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