Delusione Foggia, e mercato sotto accusa. Ma i dati dicono che…

Nel campionato di serie B più strano e più corto degli ultimi anni (dalla prima all’ultima ci sono appena 7 punti), il Foggia arranca, c’è poco da dire.
Come sempre accade in questi casi, sul banco degli imputati è finito dritto dritto il mercato estivo.
Poteva essere condotto meglio? Poteva la società investire di più? Cerchiamo di dare una risposta a questi interrogativi mettendo da parte le analisi tecniche (che non competono a chi deve soprattutto raccontare i fatti) e facendo parlare i numeri.
Che il mercato non debba essere andato come forse lo stesso Stroppa  avrebbe desiderato, è confermato dall’analisi delle scelte operate dal mister per quanto riguarda la formazioni. Guardate che ne viene fuori.
Nelle otto gare disputate fino ad oggi, l’allenatore ha schierato 20 giocatori: non pochissimi, il che sta a dire che il tecnico ha offerto una chanches un po’ a tutti.
L’impiego non è stato tuttavia omogeneo. I giocatori che hanno giocato sempre, dal primo al novantesimo minuto di tutte le partite finora disputate sono due: il portiere Enrico Guarna e il difensore Matteo Rubin, che totalizzano la bellezza di 720’ giocati a testa. Insegue il bomber Fabio Mazzeo, anche lui a quota 8 per quanto riguarda le partite giocate, ma con 691’: non ha fatto il “pieno” di minuti come Guarna e Rubin, per alcune sostituzioni. Quindi con 7 partite e 630’ (sul dato hanno gravato le squalifiche) il centrocampista Antonio Vacca e il centrale Luca Martinelli. Subito dopo figurano Davide Agazzi, anche lui centrocampista, con 622’ e l’attaccante Cosimo Chiricò, con 505’.
Alla luce di questi numeri, Guarna, Rubin, Martinelli, Mazzeo, Vacca, Agazzi e Chiricò possono essere ritenuti i fedelissimi di Stroppa, e sono tutti giocatori che vengono dalla passata stagione e dalla Lega Pro. In buona sostanza, per 7/11 la formazione fino ad oggi fatta scendere in campo dal mister è la stessa dello scorso anno. E il resto? Un po’ nuovi e un po’ vecchi…

Per trovare un nuovo arrivo, nella graduatoria dei giocatori più impegnati, bisogna scendere di un altro gradino: c’è Michele Camporese, con 466’, quindi un altro “vecchio” come Giuseppe Loiacono, a quota 432’ e subito dopo di lui Francesco Fedato, con 419’. Un discorso a parte va fatto per il capitano Agnelli (335′): schierato poco all’inizio, poi divenuto inamovibile, infine bloccato da un infortunio.
E gli altri nuovi? Poco o nulla: Fedele 206’, Nicastro 194’, Beretta 128’, Calderini 53’.
Da questi dati emerge un dato incontestabile: il Foggia gioca, bene o male, con la stessa formazione dello scorso anno, e questo può spiegare sia le difficoltà ad acclimatarsi nella complicata atmosfera del torneo cadetto, sia il fatto che, forse, non tutti i giocatori che il tecnico deve mandare in campo sono adatti per la serie B.
Poteva la società fare di più? Anche a questo interrogativo cerchiamo di dare una risposta non tecnica, ma aritmetica, utilizzando in questo caso i dati di Transfermarkt.it, sito di riferimento quando si parla di mercato.
L’analisi dei flussi finanziari (ovvero del saldo tra entrate e uscite) denota una situazione molto particolare, per quanto riguarda la serie cadetta: ben 14 delle 22 società che disputano il torneo hanno concluso il mercato in attivo, in qualche caso anche con cifre importanti, come le retrocesse Empoli (13,25 milioni il saldo positivo) e Palermo (9 milioni).
Quando non si possiede già un parco giocatori in grado di produrre un mercato in uscita con cifre significative, la competizione con gli altri club diventa difficile, ed è più o meno questa la situazione in cui si è trovata la dirigenza rossonera.
Dal punto di vista delle spese, Transfermarkt.it colloca il Foggia al 15° posto delle società cadette, con un investimento valutato in 650.000 euro .
Ma, attenzione, per quanto riguarda le entrate, il Foggia sta ancora più in basso, al 17° posto, con soli 40.000 euro all’attivo.
Se utilizziamo come parametro della qualità dell’impegno finanziario del sodalizio la graduatoria inversa dei saldi (prima quelli negativi, in ordine decrescente, quindi quelli positivi) vediamo che il Foggia si trova, con un saldo negativo di 610.000 euro, al quarto posto tra le società, dietro Ascoli (-4,5 milioni), Frosinone (-2,15 milioni) e Parma (-1,30 milioni).
La conclusione è che il sodalizio rossonero ha fatto il possibile, pagando forse in un certo senso anche in questo caso lo scotto della inesperienza. E che il mercato estivo non sembra aver fino ad oggi prodotto i risultati attesi.
Ma non per questo si deve disperare. La classifica è corta. Il d.s. Di Bari ha sempre lavorato bene nel mercato di riparazione. Partita dopo partita i giocatori mettono nella testa e nelle gambe la mentalità della B. Ma, in ogni caso, bisogna riflettere seriamente sugli errori compiuti.

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Author: Geppe Inserra

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