Quando la Capitanata era (quasi) Moldaunia

Guardare le antiche carte geografiche è sempre un esercizio salutare, perché la descrizione dei luoghi offre preziose informazioni sulla storia e sul passato. Perciò mi piace consultarle, e farne regalo ad amici e lettori di Lettere Meridiane.
Oggi, in alta risoluzione, la carta della Capitanata “olim Mesapiae, et Iapygiae pars”, una volta Messapia, e parte della Iapigia.
La Capitanata vi è allegoricamente rappresentata come una florida donna che tiene per le mani una spiga. Ai suoi piedi, particolare molto interessante, una chitarra e un tamburello, simboli della musica e della tarantella, sulla sinistra un uccello che tiene nel becco un verme, forse a simboleggiare la feracità del territorio.
La carta è stata disegnata e incisa da Gerard Valck e Peter Schenk, disegnatori, incisori, cartografi ed editori olandesi, vissuti tra la seconda metà del 1600 e i primi decenni del 1700.
È stata pubblicata tra il 1673 il  1719. Come si vede, i confini della Capitanata di allora erano molto diversi da quella attuale. A nord, non era il torrente Saccione a delimitare i confini e la Provincia di Foggia comprendeva – per la gioia dei sostenitori del progetto della Moldaunia – Termoli, Campomarino, S. Martino in Pensilis e Guglionesi. Un analogo sconfinamento verso il Molise, rispetto all’attuale perimetrazione si registrava ad ovest: il territorio dauno giungeva quasi fino a Campobasso, comprendendo Santa Croce di Magliano, Colletorto, S. Giuliano, Macchia, Tufara e Sant’Elia a Pianisi.
Scendendo più a sudovest, si apprende che non facevano allora parte della provincia di Foggia Accadia e Sant’Agata di Puglia, mentre per quanto riguarda i confini meridionali, la Capitanata comprendeva ancora, naturalmente, i comuni che sono recentemente confluiti nella Bat ovvero Margherita di Savoia (denominata Le Saline), Trinitapoli (Casal della Trinità) e San Ferdinando di Puglia.
Per quanto riguarda i toponimi, ci sono da registrare alcune interessanti curiosità. Il cartografo indica come Saline anche la zona umida di Manfredonia, leggermente più a nord del lago Salpi. È la zona oggi conosciuta come Paludi Sipontine.
Altri particolari interessanti: il Subappennino Dauno è definito semplicemente Apenino, a testimonianza del fatto che l’attuale denominazione è successiva, mentre il Gargano è definito anche Monte di Sant’Angelo mentre Lucera è indicata quale Lucera delli Pagani. La sola città fortificata è Manfredonia. Siponto (com’era effettivamente allora, essendo la costa paludosa e malsana) è collocata più all’interno rispetto ad oggi.
Di particolare interesse l’analisi della simbologia che riguarda i boschi e le foreste. Il bosco dell’Incoronata era ben più esteso di quanto non sia oggi, e boschi sorgevano anche tra Foggia e Arpi.
Potete scaricare la carta in alta risoluzione qui.

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Author: Geppe Inserra

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