Maioli il più forte, Valente il più foggiano

È Giorgio Maioli, il centrocampista che giocò nel Foggia nelle stagioni d’oro tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, il calciatore più talentuoso che abbia mai indossato la casacca rossonera.
L’ideale riconoscimento giunge dagli amici e lettori di Lettere Meridiane che hanno partecipato al sondaggio promosso dal blog.
Maioli si è imposto alla grande, totalizzando il maggior numero di preferenze. Alle sue spalle, per numero di indicazioni pervenute da quanti hanno voluto dire la loro,  Giorgio Rognoni, quindi Albertino Bigon e Vittorio Nocera, che è anche il primo degli attaccanti puri in questa speciale classifica del talento.
Indicazioni significative sono toccate anche a Gianni Pirazzini, Erminio Favalli e agli esponenti di zemanlandia Onofrio Barone e Ciccio Baiano.
Più combattuto è stato il confronto per l’altro “trofeo virtuale” messo in palio dal sondaggio. Agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane è stato chiesto di indicare chi secondo loro è stato il più forte calciatore foggiano (nel senso di nato a Foggia) di tutti i tempi. L’ha spuntata per un’incollatura Pellegrino Valente immediatamente seguito da Vincenzo Faleo e Matteo Rinaldi. Segnalazioni anche per Pasquale Padalino, Carmine Caravella, Carmine Buonpensiero, Verde, Della Pace, Stallone e De Cata.  
Maioli è stato uno dei giocatori che ha militato più a lungo tra i satanelli. Approdò a Foggia prelevato dal Verona, nelle cui giovani era cresciuto calcisticamente. Il suo talento era già stato notato degli osservatori: la sua prima piazza importante fu infatti quella di Napoli, dove giunse giovanissimo, senza riuscire a conquistare un posto fisso in prima squadra (9 presenze e una sola rete). Fu però il suo primo campionato, e la sua prima rete, in serie A.
Tornato nella città scaligera vi si trattenne per 3 stagioni, giocando in tutto 97 partite e mettendo a segno 16 reti.
Nell’estate del 1964, l’allora patron del Foggia, Domenico Rosa Rosa e l’allenatore, Oronzo Pugliese, reduci dalla trionfale promozione della serie cadetta, decidono di investire sulla mezzala veneta per allestire un Foggia all’altezza del suo primo campionato di serie A.
Si rivelerà una scelta vincente. Maioli sarà tra i protagonisti della storica partita in cui, il 31 gennaio del 1965, il Foggia batterà per 3-2 l’Inter campione d’Europa e del Mondo di Moratti ed Herrera.
Il giocatore venuto da Verona propizia la rete del vantaggio rossonero, calciando sulla traversa il tiro di punizione che poi Lazzotti ribatterà in porta, con un tap-in vincente. E dal suo piede partirà il lancio che Nocera trasformerà nella rete decisiva a favore del Foggia.
Aveva le gambe così esili e sottili che ti domandavi sempre come facesse a dirigere così autorevolmente il gioco. Non solo piedi buoni, anzi buonissimi, ma un cervello sopraffino ed un’innata tendenza a prevedere gli sviluppi del gioco. Quando toccava il pallone poteva accadere qualsiasi cosa: un’apertura illuminante, un dribbling, un passaggio. I tifosi lo avevano soprannominato il professore.
Giorgio Maioli è tra i satanelli che hanno indossato più a lungo la maglia rossonera: nove campionati, dalla stagione 1964-65 a quella 1970-71, che lo vedranno tra l’altro protagonista del terzo posto in Coppa Italia nel 1969, dell’altra storica promozione in serie A con Tommaso Maestrelli e dello sfortunato campionato 1970-71 che vide il Foggia retrocedere dalla A per differenza reti. Una vita per il Foggia: 212 partite (alla media incredibile di 30 partite a stagione), con 16 reti. Praticamente un titolare inamovibile.
Maioli indossò per qualche partita anche la maglia rossonera del Milan, come ha ricordato contribuendo al sondaggio, Calciosatanelli Foggia. Il Foggia lo prestò al sodalizio milanese assieme al centrocampista Dante Micheli, per una tournée sudamericana che portò i diavoli, nel 1966, in Perù, Argentina, Ecuador e Cile. In alcune partite Maioli sostituì nientemeno che Gianni Rivera.
Indicato dagli amici e lettori di Lettere Meridiane come il più forte calciatore nato a Foggia di tutti i tempi, Pellegrino Valente è cresciuto calcisticamente proprio nella primavera dei satanelli. A farlo esordire in prima squadra, nel 1971, fu l’indimenticabile Lauro Toneatto, che venne ampiamente ripagato dal forte e dinamico terzino (che nel prosieguo della carriera si adatterà anche a giocare a centrocampo)  che, in anticipo sui tempi, non disdegnava trasformarsi in ala e puntare l’area avversaria. Valente sarà tra i protagonisti della promozione in A nella stagione 1972-73. In tre campionati, giocherà 82 gare mettendo a segno 4 reti. Nel 1974 sarà ceduto alla Sampdoria, per tornare in rossonero otto anni dopo e dopo essersi fatto conoscere nel campi di mezza Italia: dopo l’esperienza con la Samp giocherà a Napoli, Avellino e Verona.
Tornato a Foggia nel 1982, giocherà con i satanelli per altre tre stagioni, totalizzando 46 presenze e  una rete.

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Author: Geppe Inserra

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