L’amarezza di mister Stroppa |
Questa volta non ci sono attenuanti. Se l’1-5 di Pescara puniva eccessivamente il Foggia, che per lunghi tratti della partita era riuscito a imporre il suo gioco ai padroni di casa, l’1-5 rimediato ad Avellino riflette quella che forse è stata la più brutta prestazione dei satanelli nell’era Stroppa.
Troppi giocatori fuori forma, una difesa inguardabile (11 reti al passivo in tre gare…), un tono agonistico ed atletico che resta molto più basso di quanto non si converrebbe alla categoria sono le chiavi di lettura di una sconfitta che deve attentamente far riflettere. Il Foggia dove svoltare, cambiare passo, e subito.
Mister Stroppa ci aveva provato, mettendo da parte nei minuti iniziali della gara il consueto 4-3-3, per schierare un 3-5-2 con il quale si riprometteva evidentemente di proteggere meglio la difesa. Non ha funzionato. Il Foggia ha subito fin dall’inizio l’assalto avellinese, e il pressing asfissiante dei padroni di casa, e si è trovato sotto di due reti senza neanche riuscire a tirare il fiato.
La prima rete dei padroni di casa è stata propiziata da un vistoso errore di disimpegno di Vacca, la cui prestazione è stata decisamente al di sotto delle altre volte. Anche sulla seconda rete grava un errore rossonero: si era infortunato Empereur, e il Foggia ha ritardato più del dovuto nell’effettuare la sostituzione. gli avellinesi sono passati proprio nella zona di campo difesa dal giocatore infortunato.
Stroppa è tornato al suo modulo preferito, il 4-3-3 che almeno un po’ è riuscito a impensierire i campani. Quel po’ di buono che i satanelli sono riusciti a fare lo si deve a Chiricò, tra i più positivi del Foggia assieme a Gerbo. Proprio un’azione di quest’ultimo ha procurato il rigore che Mazzeo ha trasformato. Ma l’Avellino ha segnato ancora subito dopo, e la partita si è praticamente chiusa lì.
Nella ripresa il Foggia ha esercitato una sterile supremazia territoriale che non ha impedito che l’Avellino dilagasse.
Tra i molti aspetti problematici che la gara affida alla riflessione dell’allenatore e della società, c’è l’opaca prestazione di tutti i nuovi acquisti: Fedele ha cercato di prendere in mano le redini del centrocampo, senza riuscirci, Beretta ha lottato, ma senza mai rendersi pericoloso, Camporese avrebbe dovuto dare maggiore solidità alla difesa, che è invece naufragata, Nicastro ha giocato troppo poco per una valutazione compiuta.
Con la sconfitta di Avellino, il Foggia precipita al penultimo posto, in piena zona retrocessione. Bisogna inventarsi subito qualcosa risalire la china. Anche perché tra sette giorni c’è il Palermo.
Anche ad Avellino il Foggia è stato “scortato” dai suoi tifosi: più di 1000 al Partenio |
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