La lettera meridiana sui recenti crolli che hanno ancora di più depauperato e degradato Masseria Pantano ha suscitato numerose reazioni da parte di amici e lettori, e non c’è da meravigliarsene, perché la masseria settecentesca, secondo alcuni sorta sulle vestigia della regia masseria di Federico II, sta nel cuore dell’opinione pubblica foggiana.
Proprio dai tentativi (purtroppo infruttuosi) che sono stati promossi negli anni passati per salvare questo prezioso tassello dell’identità foggiana parte il commento di Marialuisa d’Ippolito, che era all’epoca responsabile FAI per la provincia di Foggia. Ricordando che il FAI è stato tra i primi a puntare i riflettori su Masseria Pantano, Marialuisa scrive: “sette, otto anni fa qualcosa si poteva ancora recuperare, ma non ottenemmo più di un’ordinanza per i proprietari del suolo per la pulizia e messa in sicurezza dell’area …siamo arrivati al capolinea!”
Dello stesso tenore le accorate riflessioni di Santa Picazio, responsabile dell’Archeoclub di Foggia: “Carissimi, ci abbiamo provato tutti. Noi non possiamo fare altro che attivare l’attenzione e fare opinione, grazie alla nostra passione e al nostro legame affettivo con il territorio e con la nostra antica storia.
È evidente che coloro che dovrebbero concretamente intervenire non sanno che farsene della nostra opinione! Non credo di dover aggiungere altro.
Dodici anni fa era ancora abitata. Ci andai con l’amico Felice Clima…”
Sulla bacheca Facebook di Geppe Inserra, autore dell’articolo che metteva in evidenza i crolli, si accende una vivace discussione, che di seguito trascriviamo, integralmente.
Il consigliere comunale, Vincenzo Rizzi scrive: “i responsabili sono due, da una parte l’amministrazione comunale che non espropria il bene, dall’altra i proprietari tutti molto conosciuti per varie ragioni, diversi dei quali noti costruttori.”
L’architetto Michele Pietrocola replica: “Prima di sentenziare bisognerebbe informarsi bene. E lo ricordo per primo a me. Se la situazione di titolarità è quella descritta, si comprende bene come sia 1) di difficile soluzione, 2) che le responsabilità maggiori sono a carico dell’amministrazione comunale.
Solo una Amministrazione forte e lungimirante potrebbe mettere in campo quelle azioni atte a salvare questo pezzo di storia importante. Ma, le nostre amministrazioni…. Sono forti? Lungimiranti? Qui c’è già la risposta.”
Vincenzo Rizzi risponde a Michele Pietrocola: “basta fare una visura storica per capire chi sono i proprietari e i proprietari sono diverse famiglie di costruttori di Foggia e di Monte a cui vanno aggiunti gli eredi.”
Mario Cobuzzi, esperto di storia dell’arte, e promotore del bel blog Kunst, tra i primi a sollevare in passato il problema di Masseria Pantano: “Quanti foggiani sanno dell’esistenza della masseria? E per quanti di questi non è solo un rudere da abbattere? Questo è il problema di fondo che ha ucciso la Masseria (e mica solo lei). A questo si aggiunge l’incapacità (anche comunicativa e didattica) dell’intellighenzia (o presunta tale) foggiana.”
Vincenzo Rizzi: “io penso ci sa anche altro, le dico quando la politica rimane in silenzio c’è sempre un perché.”
Mario Cobuzzi: “sì certo, ma il punto di fondo per me è uno: se non si ha una conoscenza diffusa del patrimonio culturale, il patrimonio culturale fa questa fine. E non saranno le lamentele di pochi “colti” a cambiare le cose. Non vale solo per Foggia, sia chiaro: l’Italia è piena di queste cose.”
Vincenzo Rizzi. “Ha presente che si è consentito di utilizzare la chiesa di San Lorenzo come stalla dopo che sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per far finta di restaurarla… e anche in questo caso il silenzio della politica… anzi la parola giusta è omertà.”
Michele Pietrocola: “Se si ha la “fortuna” di essere amministrati dalla buona politica, rispettosa verso il patrimonio culturale, allora le cose sono più semplici.
Giacché non è il nostro caso, l’unica via alternativa è creare un movimento di opinione così forte e numeroso da dover essere tenuto in conto.
Questo porterebbe un duplice vantaggio. Terrebbe sulla graticola qualsiasi Amministrazione e apporterebbe cultura della conservazione del patrimonio culturale in ogni stato sociale. Anche per San Lorenzo è la stessa storia, infatti. Grida vendetta anche quel luogo.”
Giuseppe de Lillo: “Si va in Norvegia per visitare i resti di una nave vichinga. Noi invece ricchi di storia e testimonianze lasciamo scivolare nell’abbandono e distruzione tutto. Per fortuna a San Lorenzo la stalla è stata tolta, abbiamo un documento filmato che l’attesta.”
Michele Pietrocola: “Giuseppe de Lillo, bene. Ma la struttura è da consolidare e recuperare. Comunque, il discorso dovrebbe essere affrontato in modo unitario. Un tavolo tecnico permanente che si occupa solo di questo aspetto.
Il recupero e valorizzazione dell’intero sistema architettonico di qualità che abbiano. E cercare di renderlo appetibile in un circuito turistico. Facendo rete con il sistema del turismo religioso e vacanziero. Sogni…”
Giuseppe de Lillo: “Non sogni ma progetti seri. Per San Lorenzo furono spesi tanti soldi.Ma la mancanza di onestà, professionalità e non aggiungo altro, rischierei una querela, non mi va.”
Vincenzo Rizzi: “Si Giuseppe l’assessore Bove è intervenuto dopo l’interrogazione, ovviamente ho presentato anche una denuncia in procura.”
Giuseppe de Lillo: “Ricordo che quell’area è sotto vincolo vista la presenza nei dintorni di siti archeologici. Pensa che la sovrintendenza era all’oscuro di masseria Giardino.”
Francesco Chieca: “Ma la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio di Foggia?”
Gianfranco Consiglio, ingegnere: “A me risulta che una di quelle imprese di costruttori di cui parla Vincenzo presentò un accordo di programma o forse era l’Housing che comunque fu bocciato. Fecero ricorso al TAR e persero anche il ricorso. Qui si tratta solo di incapacità dell’amministrazione di invocare l’esproprio per pubblica utilità.”
Iunia Mattei: “E intanto Masseria Pantano crolla.”
Gianfranco Consiglio: “Solo Masseria Pantano?”
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