Per tutta l’estate, Lettere Meridiane regalerà ad amici e lettori un’antica fotografia, all’origine in bianco e nero, colorizzata attraverso tecniche di intelligenza artificiale. La foto di oggi mostra un insolito panorama di Foggia, ed è una testimonianza eloquente di come un’antica fotografia, se opportunamente “letta” (e non solo guardata) possa offrire informazioni preziose, e raccontare un’epoca.
Vi confesso che quando l’ho vista la prima volta ho dovuto faticare un po’ per orientarmi e capire da quale punto della città la foto fosse stata scattata. Ma basta pensarci un po’ ed osservare alcuni dettagli, che il rebus è bell’e risolto.
Sulla sinistra si notano due edifici di particolare grandezza: l’attuale sede dell’agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) e Maria Grazia Barone. Al centro si notano i giardini antistanti la casa di riposo. Dovevano essere stati appena realizzati: mancano, infatti, le due fontane, costruite evidentemente qualche anno dopo.
La foto dev’essere stata dunque scattata dal balcone o dal terrazzo di un palazzo di corso Roma che si affaccia o si affacciava sul versante di via De Stisi.
Guardando attentamente i fabbricati più alti, che si stagliano sulla linea dell’orizzonte, è possibile datare la fotografia con una certa precisione.
Si notano distintamente i profili del Municipio e della Cattedrale. Il terzo “dente” sulla destra è il grattacielo di piazza Oberdan (di fianco al Teatro Giordano). Siamo nel pieno della ricostruzione post-bellica: la presenza del primo grattacielo foggiano fa pensare che la foto sia stata realizzata all’inizio degli anni Sessanta.
Due altri particolari interessanti. In primo piano si nota un bel terrazzino, riccamente arredato e adornato di piante, ricordo degli anni in cui le terrazze venivano vissute più intensamente di quanto non accada oggi. Allora non esistevano i climatizzatori e balconi e terrazze erano l’unico spazio in cui si potesse trovare refrigerio.
Secondo particolare. Notate le chiome degli alberi, che spuntano nel giardino dell’attuale sede dell’Arpa (che era prima invece il cosiddetto Centro Igiene)? Già da allora cominciavano ad ergersi possenti. Si tratta di quegli alberi che sono stati brutalmente “potati” qualche settimana fa, ai quali abbiamo dedicato un’apposita lettera meridiana, che potete leggere qui.
Nonostante le incombenze della ricostruzione, i nostri genitori e progenitori mostravano un’attenzione ai particolari, alla bellezza, che forse oggi non possediamo più.
Sarebbe il caso di ritrovarla.
La colorizzazione è stata effettuata utilizzando la tecnica di Satoshi Iizuka, Edgar Simo-Serra e Hiroshi Ishikawa (Let there be Color!: Joint End-to-end Learning of Global and Local Image Priors for Automatic Image Colorization with Simultaneous Classification).
Trovate le immagini “colorizzate” precedenti qui.
Qui sotto, invece, i collegamenti per scaricare le foto offerte oggi, in alta risoluzione.
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