Quando Foggia era bella…

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“Foggia può ora considerarsi la seconda tra le città provinciali, quanto a popolazione almeno. Siede in mezzo a vasta pianura; i suoi edifizj furono restaurati e nobilmente abbelliti dopo la devastazione loro cagionata dal memorando terremoto del 1731, che nella sola cattedrale tanti pregevoli monumenti d’arte distrusse. La casa comunale è di moderna ricostruzione ; modernissima è quella del teatro che tra tutti gli altri delle provincie primeggia. Delizioso fu reso benanche il pubblico passeggio ; gli serve d’ ingresso un portico sostenuto da colonne doriche e terminato alle estremità da due casini ; ferrei cancelli chiudono gl’intercolunii lasciando liberi accessi al passeggio intersecato da tortuosi viali, con vallicelle e collinette e simulate anticaglie, e collinaggi in viale ombreggiato da gelsi, in fondo al quale fà di se bella mostra una gran fontana a foggia di cascata.”
Così, l’insigne geografo Attilio Zuccagni Orlandini raccontava Foggia, nel 1845, nel terzo volume del suo “Atlante illustrativo ossia raccolta dei principali monumenti italiani antichi”.
E’ il caso di sottolineare come, tra i diversi monumenti foggiani, Zuccagni Orlandini sia stato particolarmente colpito dal Teatro e dalla Villa Comunale, che ai suoi occhi di esperto conoscitore della città italiane, facevano primeggiare il capoluogo dauno rispetto agli altri capoluoghi pugliesi.
Il capitolo dedicato a Foggia è arricchito da una splendida immagine della città, che ritengo la più bella veduta di Foggia del passato. 
Venne disegnata dal litografo di origine svizzera Franz Wenzel, che lavorò a Napoli dal 1829 al 1866, ed è noto per essere l’autore dell’Ingresso trionfale di Garibaldi a Napoli, custodito nel Museo Civico di Castel Nuovo, e per la sua attività di direttore della Stamperia Reale,  dove svolse l’incarico di eseguire stampe dai disegni dal vero. 
La bella immagine di Foggia, che appare ritratta dalla prospettiva meridionale, dalla strada che giungeva da Barletta e da Bari, è stata attribuita da diversi studiosi ad Antonio Verico che però si limitò probabilmente soltanto a dipingerla e ad inciderla, per conto di Attilio Zuccagni Orlandini.
Difficile stabilire dove sia il corso d’acqua che si vede in primo piano. E’ possibile che il disegno alteri volutamente, a scopo estetico, le distanze, sicchè il torrente che si vede scorrere potrebbe essere il Cervaro.

Nell’atlante, la veduta è in bianco e nero. Esistono tuttavia alcune versioni a colori, acquerellate, una delle quali, in possesso della Camera di Commercio di Foggia, venne pubblicata nel catalogo del patrimonio artistico dell’ente camerale, curato da Vittorio Marchesiello, nel 1997.
Lettere Meridiane offre in regalo ad amici e lettori una versione ad altissima risoluzione della stupenda immagine.
Potete scaricarla cliccando qui. Attenzione, occorrerà un po’ di tempo per il download perché il file “pesa” oltre 50 Mb. 
Avviso importante, proprio a causa del “peso” dell’immagine, che può essere stampata su grande formato, il collegamento non consente di visualizzarla in anteprima, per effettuare il download, occorre fare clic sul pulsante “scarica”. Buona visione…

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Author: Geppe Inserra

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