I colori della Foresta Umbra, com’era cent’anni fa

Il Gargano aggiunge un’altra gemma alla sua già splendida dotazione di riconoscimenti. La commissione UNESCO – World Heritage, riunitasi venerdì scorso a Cracovia, ha riconosciuto un altro “bene seriale” come patrimonio dell’umanità. Si tratta delle faggete plurisecolari che ricoprono diverse aree dell’Europa. Tra queste figura anche la Foresta Umbra, assieme ad altre nove foreste sparse nei parchi del Bel Paese.
Quella che premia le faggete garganiche è la seconda dichiarazione di patrimonio dell’Umanità che riguarda la Montagna del Sole. Qualche anno fa l’ambito riconoscimento era toccato a Monte Sant’Angelo quale tappa conclusiva della Via Sacra Langobardorum.
Il complesso iter che ha portato la candidatura della Foresta Umbra prima nel dossier italiano e quindi in quello esaminato dalla commissione Unesco è stato coordinato dal Parco Nazionale del Gargano. Una bella soddisfazione per quanti hanno creduto e hanno lavorato per un obiettivo che fino a qualche anno fa sembra difficile da raggiungere.
Lettere Meridiane, che durante il periodo estivo sta facendo omaggio  ad amici e lettori di fotografie dei luoghi più incantevoli della provincia di Foggia “colorizzate” attraverso tecniche di intelligenza artificiale, festeggia la bella notizia giunta da Cracovia con due rare immagini epoca della Foresta Umbra. Entrambe fanno parte della collezione fotografica del Fondo Ester Loiodice, custodito presso la Biblioteca Provinciale di Foggia. Sono state scattate circa un secolo fa, in un periodo compreso tra il 1900 e il 1933.

La didascalia della foto d’apertura, di autore anonimo recita: Nel cuore della foresta, una giovane faggeta. La seconda, scattata  da C.Baffi,  ha invece quale didascalia (scritta a mano sul retro): Foresta Umbra sulla provinciale Vico – Monte S. Angelo.
Per guardare o scaricare le foto in alta risoluzione (le trovate sia nella versione originale, in bianco e nero restaurate digitalmente, sia in quella colorizzata), utilizzate i collegamenti qui sotto:

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Author: Geppe Inserra

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