Enrico Ciccarelli ha postato nello spazio riservato ai commenti del blog Lettere Meridiane, una lucida e stimolante riflessione su quanto ho sostenuto nell’articolo Altro che foggianesimo. Baresi pigliatutto. Non sono d’accordo con alcune considerazioni del collega ed amico Enrico, cui risponderò in una prossima occasione. Molte altre tesi sono invece degne di particolare attenzione e riflessione, anche per la lucidità e la passione con cui vengono svolte.
Le giro dunque volentieri agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane, ringraziando Ciccarelli per il suo contributo intelligente e propositivo. La foto che illustra il post è di Bruno Caravella. (g.i.).
L’articolo mi pare un magnifico paradigma del foggianesimo. L’attitudine piagnona alla lamentela, l’invocazione perenne di fondi e provvidenze pubbliche, il ribellismo sterile e più o meno folkloristico non sono infatti un’esclusiva di Foggia. Imbevono di sé molte parti del pensiero e dell’agire politico meridionale.
La quintessenza del foggianesimo sta invece nel costante oscuramento dei propri limiti e della responsabilità e nella conseguente ricerca di un colpevole, sempre esterno, alieno e perfido.
In natura ed in economia esiste l’horror vacui: chi fa e si dà da fare conquisterà inevitabilmente lo spazio lasciato vuoto da chi non fa e non sa fare. È fisica, non complotto.
L’aeroporto Gino Lisa non è mortificato dalle improbabili gelosie dei Baresi: è mortificato dalle scelte urbanistiche compiute in tempi remoti e recenti dal Comune di Foggia, oltre che dal fatto che Foggia è stata incapace di tenere in piedi il sistema di relazioni con le province contermini il cui quadrante aveva nella presenza di un Aeroporto (e di un’intera rete intermodale di trasporto) il suo punto di maggior pregio. Dentro una domanda povera, che proprio per questo aveva bisogno di un’aerostazione dalla pista compatibile con voli poco costosi. Si poteva pensare di farlo a Borgo Mezzanone, ma naturalmente insorsero quelli che volevano preservare il Gino Lisa. E così ci ritroviamo un aeroporto con pista penalizzata di duecento metri.
Ferrovia? Idem, con patate: solo insulsa e strafottente ignoranza nel non comprendere dove va il mondo, o almeno il trasporto ferroviario. A qualcuno è pervenuto che sulla tratta Roma-Milano il treno ha superato l’aereo come modalità privilegiata di trasferimento delle persone? Noi abbiamo “difeso” una linea adriatica sempre più marginale ed inefficiente. Non abbiamo i numeri e l’intelligenza per imporre nostre scelte e nostre linee; ma nemmeno la furbizia opportunistica di capire quali siano e agganciarci.
Nel frattempo abbiamo da tempo abbandonato ogni idea partecipata o corale dell’azione del territorio: qualcuno a Foggia si pone il problema del ruolo che potrebbe avere Manfredonia nel sistema portuale adriatico, in vista della Macroregione Adriatico-Ionica e della Belt and Road Initiative promossa dalla Repubblica Popolare Cinese? Le nostre eccellenze vinicole hanno qualche nozione dell’imponente piano di promozione del vino italiano in Usa, lanciato da Ice Agenzia e dal Ministero dello Sviluppo Economico (a proposito, sapete che le PMI possono chiedere al Mise di contribuire al pagamento di un temporary export manager che costruisca un piano per l’internazionalizzazione delle loro aziende? Quante aziende foggiane avranno partecipato, secondo voi?). Naturalmente questo non significa che in Capitanata non ci siano imprenditori capacissimi, realtà sorprendentemente floride e innovative, realtà degne di ammirazione e di invidia anche da parte dei “baresi pigliatutto”. Ma navigano sotto traccia, cercano di non farsi notare, si preoccupano di non farsi risucchiare nel chiacchiericcio berciante del “discorso pubblico” di Capitanata.
Il foggianesimo è infatti soprattutto questo rumore di fondo, questa asfissiante coltre di fughe nel sogno o nell’incubo, di nostalgie infondate di una città che non c’era e non c’è mai stata, di ottusa e tetragona resistenza alla modernità.
A Foggia ed ai Foggiani serve soprattutto fare pace con la realtà, e con la realtà del proprio tempo.
Enrico Ciccarelli
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Saper leggere la realtà foggiana (con le sue incapacità di fondo, storici ritardi, rifiuto al lavoro di gruppo, infinita vis polemica gratuita ecc.) non significa difendere "i Baresi".
Sposo, pertanto, dalla prima all'ultima sillaba l'intervento di Enrico Ciccarelli, anche perché buona parte delle sue condivise segnalazioni le ho lasciate su 'Lettere Meridiane' da almeno due anni, in precedenti interventi e/o risposte agli Ultras della Moldaunia.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)
Caro Enrico, Mi sento di non condividere quello che hai scritto e te spiego brevemente i motivi. Fermo restando che hai perfettamente ragione sull'abitudine a piangere dei foggiani e a dare sempre la colpa a qualcun altro. Tu parli di due argomenti:aeroporto e ferrovia.
Siamo d'accordo che si potevo meglio utilizzare l'aeroporto di Borgo Mezzanotte, ma ormai è stato scelto il Gino Lisa e parliamo di quello. Tu parli di scelte urbanistiche che hanno condizionato lo sviluppo dell'aeroporto. E' un argomento che pratico per mestiere e devo dire che ti sbagli. O meglio è stato vero in passato ma parliamo di scelte fatte quando il Gino Lisa era pascolo per capre o ci si andava (anche io) a fare scuola guida. Le uniche scelte urbanistiche recenti riguardano l'Housing Sociale e le costruzioni che erano state progettate nel cono di decollo sono state ridotte di circa la metà in altezza proprio per non intralciare i lavori di ampliamento della pista. Ampliamento che comunque viene osteggiato da Aeroporti di Puglia e dalla Regine con mille sotterfugi ed un solo motivo. E' evidente che l'aeroporto di Foggia funzionante toglierebbe utenti all'aeroporto di Bari.
Ferrovia e alta velocità. Stiamo di scuotendo di 6 minuti. Foggia verrebbe bypassata per risparmiare 6 minuti. Ora mi risulta che Milano, Firenze, Roma, Napoli siano stazioni di testa. Cioè sono dei capolinea. Un treno arriva in un verso e deve ripartire nel verso opposto. E la perdita su Firenze o su Roma e ben superiore ai 6 minuti. Questo non ha impedito di realizzare l'alta velocità. Nessuno ha sostenuto che a Firenze bisognava costruire una seconda stazione per risparmiare 6 minuti. quando andavo alle elementari mi insegnavano che Foggia era il nodo ferroviario più importante d'Italia dopo Bologna. E adesso? Perché Bari ha preteso e ottenuto il collegamento diretto con Roma senza passare per Foggia? Per risparmiare 6 minuti? Dai… non ci crede nessuno. Ti do un ultimo spunto di riflessione. Housing Sociale.
La conferenza di servizi finale porta la data del 29 novembre 2013. Da allora si è arenata in Regione e non va avanti. Sto parlando del mio mestiere e conosco benissimo tutta la vicenda. A novembre 2015 parlai personalmente con l'assessore regionale all'urbanistica che farfuglio una serie di scuse banali promettendo cose che non hanno mai più fatto. Inqualificabile il comportamento degli assessori foggiani che hanno messo completamente da parte il problema. A febbraio Landella affermo trionfalmente che entro Pasqua avremmo avuto la delibera di Giunta Regionale che avrebbe dato il via agli accordi di programma. E' inutile ricordare che l'Housing Sociale portreebbe non meno di 3000 posti di lavoro per parecchi anni, oltre a riempire le casse comunali che piangono disperate. Ma i nostri politici dormono sonni profondi, noi foggiani piangiamo e Bari fa quello che vuole.
Caro Gianfranco,una precisazione: le stazioni di testa di Roma, Firenze e Napoli non sono stazioni per l'Alta Velocità. Per corrispondere in modo razionale al progetto di AV (6, 8 o 10 minuti d'orario fanno la differenza!), RFI ha costruito per quelle città nuove Stazioni Ferroviarie "passanti":Roma Tiburtina, Firenze Belfiore, Napoli Afragola. Mi spieghi per quale logico e comprensibile motivo i treni dell'AV Bari-Roma avrebbero dovuto seguitare ad arrivare a Foggia e poi ripartire nel verso opposto, quando questo non accade più in nessuna altra città? Non sarebbe stato più sensato se, negli anni trascorsi, la politica e la classe dirigente locali si fossero impegnate per ottenere la costruzione di una nuova stazione (vedi il caso di Forlì), anche se dislocata sulla tratta per Borgo Cervaro, considerando l'esteso bacino interregionale di potenziali suoi utenti? Enrico Ciccarelli ha perfettamente ragione anche sul Gino Lisa. Queste sono state le inutili, insulse, lamentose, vittimistiche battaglie che la "foggianità" ha ingaggiato in questi ultimi anni contro i 'mulini a vento'. Ma nessuno però obiettò quando, anni addietro, si decise che la grande infrastruttura dell'Interporto, per scelte politiche prive di alcun supporto tecnico, dovesse sorgere a Cerignola e non a Foggia; occasione perduta, quella, per rafforzare la centralità di Foggia nella rete infrastrutturale (ferroviaria, aeroportuale, autostradale) nazionale. Basta con battaglie di retroguardia, mentre questa città sta morendo e la sua "meglio gioventù" la sta abbandonando per altri lidi.