La festa popolare in piazza Cavour ancora colma di macerie, a Foggia, per la vittoria della Repubblica |
Il 2 giugno del 1946, quando il Paese tornò alle urne dopo l’oscura parentesi della dittatura, per scegliere tra Monarchia e Repubblica, e per eleggere l’Assemblea Costituente, la provincia di Foggia stabilì un record, rendendosi protagonista di un exploit che non si sarebbe mai più ripetuto: oscurò le altre province pugliesi per “peso” dei capilista dei maggiori partiti e per numero di eletti.
Allora sì che la Capitanata contava, ed è il caso di ricordarlo, visto che 71 anni dopo, la Festa che ricorda il ritorno alla democrazia in Italia e la fine della monarchia capita in un momento in cui in Capitanata è molto vivo il malessere per una classe politica che non sembra essere capace di difendere con la necessaria energia ed efficacia gli interessi del territorio.
La provincia di Foggia mandò a Roma ben dieci deputati costituenti su 45 complessivi espressi dalla Puglia: Giuseppe Di Vittorio, Ruggero Grieco, Luigi Allegato e Giuseppe Imperiale, per il Pci, Raffaele Pio Petrilli, Gerardo De Caro e Raffaele Recca per la Dc, Domenico Fioritto e Carlo Ruggiero per il Psi, Leonardo Miccolis per l’Uomo Qualunque.
La Capitanata offrì un significativo contributo anche alla vittoria della Repubblica: fu infatti la quarta provincia del Mezzogiorno per numero di voti alla Repubblica (c’è comunque da dire che anche in Capitanata, come nel resto del Sud vinse la Monarchia).
La provincia di Foggia fece anche registrare una vertiginosa partecipazione alle urne, con il 90,6% degli aventi diritto che si recarono alle urne. A favore della Monarchia votarono 155.852 elettori (54,57%), per la Repubblica si espressero 129.743 cittadini (45,43%), percentuale che, come già detto, rappresentò una delle più elevate del Mezzogiorno a favore della Repubblica. Tanto per citare qualche esempio, la Repubblica ottenne appena il 24,7 nella circoscrizione pugliese che raggruppava Lecce, Brindisi e Taranto, e il 34,9 in provincia di Bari, addirittura solo il 22% nel Napoletano.
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