Gino Longo: “Ripartire dalla Grande Foggia”

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Il silos granario di viale Fortore, il più grande d’Europa

Con Gino Longo abbiamo idee politiche assolutamente divergenti, il che non ci ha impedito, negli anni, una reciproca stima e un confronto franco e sincero, che ci ha portato, e ci porta, a condividere analisi sui problemi che ostacolano lo sviluppo di Foggia e della Capitanata.
Attento lettore di Lettere Meridiane, che quotidianamente ospita nel gruppo La Daunia e la Foggia che vogliamo, Gino Longo ha postato l’interessante commento che segue, in uno dei tanti articoli che il blog ha dedicato alla “leggerezza” della classe dirigente di Capitanata. Le considerazioni di Gino Longo – che rievoca quella importante prospettiva progettuale che è stata rappresentata dalla idea della “grande Foggia” mi sembrano meritevoli di lettura, riflessione e discussione.
Siete d’accordo? Che ne pensate?

* * *

Caro Geppe,
i problemi della Capitanata vanno addebitati esclusivamente all’incapace classe politica che abbiamo espresso, dall’amministrazione comunale, alla Regione, Camera e Senato. Poi gli uffici stampa e “giornalistini” che si prestano a fare gli utili idioti, scaricando e diffondendo responsabilità l’un con l’altro schieramento. A confortare gli incapaci, c’è un nucleo di elettori molto simili alla tifoseria, i quali ragionano per partito preso e non con la realtà e la logica.
Un aeroporto funzionante, il completamento della SS16 Foggia-San Severo, l’apertura del secondo casello autostradale, il ripristino dei treni soppressi, è interesse di tutta la comunità, e non di quel o l’altro schieramento politico. Poniamo il caso che la Capitanata passi in Molise, la classe politica locale diverrebbe per questo magica capace e attiva? Oppure poi ci inventeremo “il campobassocentrismo”?

L’incapace è incapace ovunque, a Foggia, a Treviso e in Abissinia! A peggiorare la situazione, è stata la riforma che ha annullato le province, isolando interi territori. Hanno creato una grandissima disparità, con l’attuazione delle aree metropolitane, queste ultime andranno incontro allo sviluppo, le altre al declassamento e spopolamento totale. Lo so che non ti piacerà ciò che scriverò, però è una verità! L’ultimo progetto di sviluppo della Capitanata risale al regime fascista, che diede, giustamente, un indirizzo agricolo, operando bonifiche, togliendo ai ricchi proprietari terrieri e al demanio dello Stato grosse fette di terreno poi distribuito ai bracciati (ONC). Essendo la Capitanata forte produttrice di grano, costruirono il più grande silos granario d’Europa. Riorganizzarono, facendone un Ente Autonomo dipendente solo dallo Stato, la Fiera dell’Agricoltura. Con lo scarto del grano, si fa la carta, ed eccoti la cartiera ed iniziative private, come quelle molitorie e di trasformazione. Tutto concatenato con logica e precisione. Un progetto di questo genere manca alla Capitanata e non l’adesione ad altra regione. Andrebbero abolite le Regioni (tutte indebitate,con conti in rosso, spese folli e grande clientelismo) perché distanti dal territorio.
Cosa vuoi che freghi ad Emiliano, (ma con Fitto sarebbe la stessa cosa), di Celle San Vito? L’Ente provincia è vicino e conosce meglio il proprio territorio; sa come e dove intervenire. Ma alla base del problema, mancano uomini politici di spessore e che amano la propria terra, capaci di creare una sinergia senza distinzioni di destra e sinistra, che sappiano guardare il futuro della Capitanata. Il presente ormai è perso.
Gino Longo

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Gino Longo: “Ripartire dalla Grande Foggia”

  1. Mi dispiace che Gino Longo (foggiano attento ed acuto) non creda al progetto "MOLDAUNIA" come risoluzione di quasi tutti i mali della nostra Daunia continuamente colonizzata e saccheggiata dai Messapi e dai Peucezi.
    Ancor di più il progetto del molisano Ing. Gennaro AMODEO é valido da quando le Province non sono più Province ma ibride istituzioni alla pari di "Cosa Nostra" dove il voto del cittadino elettore viene incredibilmente escluso.
    Il saccheggio delle grandi ricchezze della Daunia lasciate dai Borbone e dal Fascio è continuo e non è generato dall'incapacità, dal servilismo, dall'indolenza e dalla corruzione dei nostri consiglieri regionali (è la legge elettorale dei candidati nominati e blindati che li seleziona lasciando agli elettori un'unica opzione: votare il "Partito dell'Astensione".
    Un GRANDE partito che può vanta più del 50% nella realtà ma lo 0% nei Palazzi del Potere.
    Comunque sia, non credo che i nostri politici dauni siano "idioti" anzi… (c'é molto di peggio nelle altre province e regioni) ma "accomodanti e opportunisti" perché "sotto lo schiaffo" dei loro colleghi messapi e peucezi molto numerosi, solo quello possono fare.
    Certo, possono sbattere i pugni sul tavolo, IMPEDIRE DENUNCIANDO se sono limpidi e puri senza peccati, ma anche se lo fossero, certamente non potrebbero imporre, decidere e legiferare a favore della Daunia con quei pochi voti che rappresentano in Regione Puglia.
    La Daunia con il suo vasto territorio e poche "sentinelle" è vocata ad essere colonizzata e saccheggiata con questo sistema elettorale.
    Purtroppo le poltrone nel Consiglio regionale si ricevono per densità di popolazione non per estensione territoriale (che sarebbe più giusto visto che il compito di un consigliere regionale è la difesa del proprio territorio. Quindi più territorio più "sentinelle").
    Tutti questi gravi problemi verrebbero completamente annullati se i Dauni divorziassero con i Messapi e i Peucezi per convivere con i Molisani che hanno quasi la stessa nostra densità abitativa e quindi pari "sentinelle".
    La NATURA e la STORIA INSEGNANO!!!
    Quando tra i popoli c'è equilibrio di forze c'è anche rispetto e fratellanza.
    P.S. Grande è la stupidità dei politici dauni che si oppongono al progetto "MOLDAUNIA" perché non si rendono conto che con il Molise possono solo guadagnarci.
    I loro fans-elettori saranno gli stessi e le probabilità di occupare una poltrona nel Consiglio regionale aumenteranno perché a disposizione della Daunia le poltrone saranno più della metà.
    Siamo amministrativamente "pugliesi" (non riconosciuti) da quando furono istituite le Regioni (costosi carrozzoni), ma da sempre e anche nel futuro saremo DAUNI nel Molise e nel mondo.

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