Cinemadessai | Velluto blu, noir che non t’aspetti

OGGI
David Lynch è un maestro nel sovvertire i canoni del cinema di genere, e lo dimostra alla grande in Velluto Blu, con Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper, Laura Dern, Hope Lange, che Iris mette in onda stasera, alle 23.15.
La pellicola è un noir che si snoda su una vicenda complessa, che prende il via con il rinvenimento da parte del giovane  Jeffrey Beaumont di un orecchio nel prato vicino casa sua. Il ragazzo denuncia la cosa al tenente Williams, che gli raccomanda di non impicciarsi. Per tutta risposta Jeffrey s’innamora della figlia del poliziotto, Sandy, e assieme alla ragazza prende ad indagare.
Finisce sulle tracce di una cantante di night, Dorothy Vallens (splendidamente interpretata da Isabella Rossellini), e qui cominceranno i guai.
La storia evolve via via verso l’incubo e la perdizione.  Una sorta di discesa verso gli inferi che coincide con un torbido e demoniaco mondo sotterraneo, fatto di violenza, sesso, traffico di droghe e polizia corrotta che fa da contraltare alla rispettabile cittadina di provincia in cui è ambientata la storia, almeno in superficie.
Il titolo originale del film è tratto dalla canzone omonima di Bobby Vinton, cantata nel film da Isabella Rossellini in un locale notturno, lo Slow Club.
Velluto blu anticipa diversi elementi poi diventati frequenti nella filmografia di Lynch, come la presenza di donne vittime di abusi, l’aspetto torbido delle piccole città e l’utilizzo non convenzionale di canzoni d’epoca. Un film da vedere.
DOMANI
Capostipite del neorealismo rosa, che è poi un pezzo della storia del cinema italiano che andrebbe meglio approfondito e studiato, Pane, amore e fantasia vinse  l’Orso d’oro al Festival di Berlino del 1954. Qualche critico ritenne la versione rosa del neorealismo un tradimento, in realtà il film e più in generale la nuova generazione di cineasti che cominciava ad emergere, furono profondamente innovativi.
Gli orrori della guerra erano ormai alle spalle, e l’Italia riprendeva a sorridere, era giusto raccontare anche questo.
Girato dal giovane Luigi Comencini, la pellicola racconta la storia del maresciallo dei Carabinieri Carotenuto, interpretato da uno smagliante Vittorio De Sica, che trasferito in un paesino dell’entroterra abruzzese s’innamora contemporaneamente della bella Bersagliera (una prorompente Gina Lollobrigida) e della più attempata levatrice Annarella (Marisa Merlini), e viene puntualmente beccato dalla sua fidata governante Caramella (Tina Pica).
Il tono è quello della commedia teatrale, ma le ambientazioni e il contesto sono quelle tipici del miglior neorealismo. Il film esse successo anche fuori dall’Italia, soprattutto in Francia, dov’è stato inserito nella classifica dei Cento migliori film italiani di sempre. Inaugurò la prima vera e propria serie del cinema italiano: seguirono altri tre capitoli; Pane, amore e gelosia, sempre di Comencini, Pane, amore e… di Dino Risi e Pane, amore e Andalusia, diretto da Javier Setó con la supervisione dello stesso De Sica. Secondo Alberto Moravia il pregio maggiore dell’opera di Comencini è rappresentato dal “superamento del dialetto attraverso la moralità della storia e dei personaggi. Il dialetto, insomma, appare come un mezzo e non come il fine della rappresentazione.” Domani sera, su RaiMovie, alle 21.20.

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Author: Geppe Inserra

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