Cinemadessai | Robert Redford, uomo solo contro l’oceano

OGGI
Stasera, su Iris alle 21.00 un film forse insolito, ma denso, All is lost, Tutto è perduto, che vede come unico interprete un uomo (interpretato da un grandissimo Robert Redford, che resta anonimo per l’intera durata alla pellicola) che si trova improvvisamente con la sua barca a vela in avaria in pieno oceano.
Vento, onde, alte maree e squali rappresenteranno i pericoli che l’uomo, partito per un viaggio di quattro o cinque mesi in mare aperto, si ritroverà ad affrontare, contando solo sulla sua esperienza da marinaio e sulla forza che l’età ancora gli concede. La sua odissea contro ogni tipo di sventura acquatica e la sua lotta per la sopravvivenza è seguita nell’arco di otto giorni, descritti da una sceneggiatura senza dialoghi e composta da sole 30 pagine.
Scritto e diretto da J.C. Chandor, con echi de Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, All Is Lost è un omaggio alla genialità apparentemente senza limiti e alla forza di resistenza dell’uomo e ha come antagonista l’oceano e come “co-protagonista” Virginia Jean, una barca a vela di 39 piedi.
“All Is Lost – ha scritto FilmTv – è un racconto in soggettiva, il cui punto di vista è affidato ora a Redford – volto scavato e immobile nella fatalista lotta per la sopravvivenza – ora all’acqua che lo circonda, autentica voce narrante. Con piglio sperimentale, Chandor pone l’accento sulla componente sonora, incessante nel restituire i rumori senza musiche invadenti né voce umana (eccetto il monologo interiore di apertura). Antispettacolare, pur mettendo in scena tempeste e cataclismi, rende conto del declino irreversibile cui è destinata la civiltà del progresso, i cui elementi costitutivi (computer, radio) sono i primi a inabissarsi.”
DOMANI
Film discusso e controverso, Il generale Della Rovere va comunque ritenuto uno degli esiti più alti nella stagione neorealista e della cinematografia di Roberto Rossellini.

Tratto da un racconto di Indro Montanelli sceneggiato da Diego Fabbri, Sergio Amidei e dallo stesso Rossellini, la pellicola riluce grazie anche alla splendida interpretazione di Vittorio De Sica che vi indossa i panni di Giovanni Bertone, un piccolo truffatore che, fingendosi generale dell’esercito, truffa i familiari dei prigionieri dei tedeschi. Scoperto dalla Gestapo e arrestato, è costretto a collaborare con la polizia tedesca in cambio della libertà. Raccoglierà informazioni sui partigiani in prigione, ma tra le mura del carcere imparerà anche a riconoscere ed ammirare la dignità, la coerenza con i valori della verità. E la sua vita cambierà.
Il film conobbe un grande successo al botteghino, vinse il Leone d’oro alla ventesima Mostra del Cinema ex aequo con “La grande guerra” e il Nastro d’argento per la migliore regia.
La critica si divise. Pier Paolo Pasolini lo giudicò “un avvenimento davvero importante, che mostra che esiste una cultura capace di togliere nuovamente la maschera all’Italia, vedere ancora la sua faccia vera, quindici anni dopo”. Bosley Crowther, sul New York Times nel 1960, scrisse che che “nel complesso il film è splendido, sempre più articolato e profondo a mano a mano che procede”. Franco Fortini criticò invece la “conversione” di Della Rovere: “Il falso generale non scorge nessuna verità nei resistenti ma solo il loro coraggio. Questa la differenza dal prete di Roma città aperta. L’equivoco morale ed estetico del film è nell’aver trasformato lo spirito resistenziale in una specie di eterna conversione al bene e al sacrificio di sé.”
Da non perdere. Domani sera, su Tv2000, alle 21.05.

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Author: Geppe Inserra

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