Pummaria, ovvero il lavoro sfruttato, ieri e oggi

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Diventa narrazione teatrale, il difficile percorso dell’emancipazione e del riscatto dei lavoratori in Capitanata, una terra in cui i conflitti sociali e la lotta di classe sono stati più aspri che altrove. È un viaggio nel tempo, utile anche a guardare e comprendere il presente, quello che il laboratorio dell’Auser di Foggia, “Il teatro della memoria” proporrà questo pomeriggio nello spettacolo Pummarìa, scritto da Raffaele De Seneen, diretto da Tonio Sereno e interpretato da  Rosaria Capozzi, Silvano Delli Carri, Oreste delle Donne, Antonio De Cosmo, Celeste Daniele e Raffaele De Seneen.
Nel corso della serata, che avrà inizio alle 18.30 e si svolgerà presso il centro polivalente di via Rovelli, Parcocittà, saranno presentate letture, poesie, filmati e canzoni che racconteranno l’intensa e spesso sofferta storia del lavoro e dei lavoratori in provincia di Foggia. I testi delle poesie sono di Elisa Giordana, Peppino Papa, indimenticabile sindaco-poeta di Lucera, e dello stesso De Seneen.
Il racconto parte dalla nascita delle Leghe di Miglioramento (una sorta di organizzazioni di Mutuo Soccorso) con cui i lavoratori cominciarono a prestarsi vicendevolmente assistenza, in caso di infortunio o peggio ancora di morte. Con la nascita delle Leghe di resistenza cominciarono a definirsi invece gli obiettivi del nascente movimento: non soltanto assistersi solidalmente, ma chiedere e  lottare per migliori condizioni di lavoro.
Un passaggio essenziale fu rappresentato dall’inaugurazione della stazione e dell’impianto ferroviario (10 novembre 1863) che trasformò il capoluogo dauno in un cantiere. Nel 1886 la prima manifestazione di protesta, che partì proprio dai ferrovieri.
La narrazione di De Seneen racconta quindi gli albori dei movimenti dei contadini e dei braccianti che portarono alla nascita della prima Lega dei Contadini, capeggiata da Silvestro Fiore, quindi la nascita della Camera del Lavoro, nel 1902, e lo sciopero dei ferrovieri, il 18 aprile del 1905, culminato in disordini repressi da brutali cariche delle forze dell’ordine, che provocarono 5 morti, 17 feriti e 4 arrestati.
Si giunge così all’era fascista, e alla costruzione del Palazzo dei Contadini che ospita oggi la Camera del Lavoro e che è in fase di restauro.
Si arriva ai tempi nostri in cui – come lascia intendere Raffaele De Seneen nella bella poesia-canzone Pummaria che conclude lo spettacolo – resta ancora tanto da fare: tanto tempo è trascorso, tante conquiste sono state raggiunte dai lavoratori, ma i problemi restano.
Una volta si raccoglieva il grano, oggi si raccolgono i pomodori. Restano i soprastanti e i caporali e resta la necessità di battersi per affermare i diritti dei lavoratori.

Sovrastànde e capurale, l’une e l’ate tànde vàle qua la sòrte è sèmbe uguale. / È cagnàte lu chelòre, pummadòre nenn’è gràne, li bracciande so’ africane.

Uno spettacolo da non perdere. Stasera, alle 18.30, a Parcocittà.

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Author: Geppe Inserra

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