Perché è importante che anche un piccolo centro abbia un museo (di Elisabetta Tomaiuolo)

Il mio è tra i mestieri più belli del mondo, io lavoro in un museo.
Che cosa avviene in un museo?
In un museo succede, tra le tante cose, che delle classi svolgano lo stage per l’alternanza scuola-lavoro e che una di queste, la II A del Liceo classico S. Staffa di Trinitapoli, si appassioni così tanto alle sorti del museo della propria città, da scrivere una lettera appello al proprio illustre concittadino On. Sannicandro e alla città tutta. La lettera chiede di aderire alla campagna di raccolta fondi per aprire anche il primo piano del Museo Archeologico degli Ipogei di Trinitapoli, attualmente visitabile solo al piano terra con la mostra permanente “Un santuario per la Dea”.
Questi ragazzi hanno capito perché è importante che anche, e soprattutto, un piccolo centro come Trinitapoli abbia un museo che svolge un ruolo culturale, sociale e anche economico per la comunità. Così mi vengono in mente le parole di Salvatore Settis in un articolo del 2012 da Il Giornale dell’Arte (numero 324) in cui scrive:

“la questione dei costi per la conservazione e la salvaguardia del patrimonio culturale è spesso trattata oggi separandola da quella della sua funzione. Si dà inoltre per scontato che il patrimonio culturale è un fardello che pesa sul budget dello Stato e non che possa divenire una riserva di energia per i cittadini. La storia può dimostrare come il patrimonio culturale partecipi alla cosciente elaborazione di una strategia sociale destinata a formare e rafforzare l’identità culturale, i legami di solidarietà, il senso di appartenenza che sono condizioni necessarie di ogni società strutturata e, come riconoscono gli economisti con sempre maggiore chiarezza, sono anche un fattore non trascurabile di produttività.”

Per la prima volta in Italia un piccolo museo utilizza lo strumento innovativo del crowdfunding che ricerca donazioni non solo da finanziatori con grande potere economico, ma anche da persone comuni con piccole somme. Un processo di partecipazione che aumenta la responsabilità di ciascuno verso il Patrimonio Culturale.
Ci sono ancora tredici giorni di tempo per donare andando al link  www.derev.com/museo-degli-ipogei-trinitapoli.
Ecco la lettera di questi bei ragazzi che credono che “davvero tutti insieme potremmo dare una svolta alle cose”.
Elisabetta Tomaiuolo 
Associazione culturale Tautor 
soggetto gestore del Museo degli Ipogei

* * *

Gent.mo Onorevole Sannicandro e gentili concittadini di Trinitapoli,
Vi scrive la classe 2^A, del Liceo Classico S. Staffa.
Prima di iniziare, vorremmo anzitutto scusarci per il disturbo, sperando che sarete lieti di dedicare alla lettura di questa lettera pochi minuti del vostro tempo.
Come sapete, a seguito della nuova riforma, stiamo partecipando al progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, quest’anno all’interno del Museo degli Ipogei di Trinitapoli.

Siamo subito rimasti colpiti dal fatto che la maggior parte di noi, pur essendo di casa, non fosse mai entrata in questo Museo, o peggio dal fatto che la maggior parte degli alunni pendolari, nemmeno fosse a conoscenza della presenza dello stabile, all’interno della città. Probabilmente ciò dipende dal fatto che, noi giovani, non siamo più abituati a guardarci intorno. Siamo soliti dare tutto per scontato, tutto ci sembra banale. Forse non siamo portati a pensare al fatto che dietro qualcosa, qualsiasi cosa, anche la più semplice, la più comune, ci sia tanto. Tanto lavoro, tanto studio, tanta storia. Forse non ci pensiamo. Forse quando guardiamo Trinitapoli in realtà nemmeno la guardiamo, ci limitiamo ad osservarla dall’esterno.
Pensiamo che questa città si limiti ad essere l’incrociarsi di quattro strade, prive di centro storico, prive di approcci culturali, prive di possibilità.
Non pensiamo che il problema sia anche il nostro.
Non pensiamo che in realtà Trinitapoli sia ricca di cultura, di storia.
Non pensiamo che in questa zona ci sia uno dei più importanti siti archeologici dell’Età del Bronzo mai scavati e che dei professionisti vengano qui dall’estero per avere l’onore di studiarli.
Non pensiamo che ci sia un Museo.
Ed è questo non pensare, che ci porta a non sapere nulla sulle nostre origini.
Analogamente a ciò che accade nell’interiorità di ognuno di noi, così come vivere bene con sé stessi significa avere piena consapevolezza della propria persona, vivere bene nella propria città significa avere piena consapevolezza di cos’è adesso, e di cosa fosse in passato la terra in cui viviamo. Se ciò non accade, si verifica di conseguenza l’abbandono della propria città da parte della maggior parte dei giovani non appena terminati gli studi.
Nel Museo degli Ipogei sono conservati dei reperti importantissimi, di altissimo livello culturale.
Noi come classe, abbiamo avuto la possibilità di avere di fronte, davanti ai nostri occhi, proprio questo: la nostra cultura, le nostre origini, le nostre radici. Chiusi in un magazzino, in una struttura dentro la quale nessuno ha la possibilità di vederli, ci sono reperti che aspettano di essere esposti al primo piano del museo, per questo è in atto una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma DeRev per rendere tale tesoro accessibile a tutti, alla quale crediamo tutti dovrebbero contribuire anche con poco.
Per questo Onorevole, abbiamo pensato di indirizzare questo appello a lei e a tutta la città, perché pensiamo che davvero tutti insieme potremmo dare una svolta alle cose, e fare qualcosa, qualsiasi cosa affinché la gente sappia, affinché smetta di guardare la nostra città con superficialità. Qualcosa che porti i Trinitapolesi ad essere fieri di appartenere a questa città, e non più desiderosi di scappar via, non appena si presenti loro la possibilità.
Dalla propria terra non si scappa. La propria terra si deve amare, si deve difendere, e prima di tutto, si deve Conoscere.
Speriamo davvero che possiate prendere in considerazione la nostra richiesta, e ci scusiamo nuovamente per il disturbo.
Cordiali saluti
La seconda “A” 

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Author: Geppe Inserra

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