Foggia scende in piazza contro il “treno veloce” Bari-Roma che taglia fuori la stazione di Foggia, utilizzando quella “bretella” di Incoronata che, secondo gli accordi a suo tempo sottoscritti, avrebbe dovuto servire solo per le merci e non anche per i passeggeri.
La manifestazione di protesta, che si svolgerà domani 31 maggio nel piazzale della Stazione Ferroviaria, è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil, “per contrastare – come si legge in una nota diffusa dalle organizzazioni sindacali – le politiche regionali dei trasporti messe in atto da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e Trenitalia, considerate penalizzanti per gli utenti foggiani”.
Secondo i segretari generali, Maurizio Carmeno (Cgil), Emilio Di Conza (Cisl) e Gianni Ricci (Uil) “le forze politiche, economiche e sociali devono reagire con fermezza per il bene di un territorio che rischia la desertificazione ed il conseguente abbandono da parte di chi deve integrare la Capitanata, la Puglia e il Mezzogiorno al resto del Paese”.
I sindacati rilanciano dunque la sfida, sottolineando che “è necessario ripartire dai grandi temi come le infrastrutture, i trasporti, la mobilità per ridare slancio al territorio e consentire una crescita sociale, produttiva, economica, occupazionale e di sviluppo”.
Come già detto, nel mirino della protesta sindacale c’è, in particolare, la decisione di Trenitalia di escludere la stazione di Foggia dal transito dei treni veloci verso Roma, in violazione dei patti stipulati dalla stessa società con le parti sociali ed istituzionali del territorio. “La Capitanata non va bypassata – rilevano Carmeno, Di Conza e Ricci – per il rispetto della centralità del territorio e per rafforzare il sistema pubblico dei collegamenti dalla Puglia al resto del Paese”.
L’iniziativa dei sindacati è sicuramente importante, perché ha il pregio di portare la protesta in piazza, superando la logica dei tavoli di concertazione che finora non ha prodotto nulla di concreto, risolvendosi anzi in una beffa (lo dimostra proprio la vicenda degli accordi disattesi, e del “baffo” costruito per le merci ma poi utilizzato per i passeggeri). Ma l’impressione è che il territorio continui a procedere in ordine sparso, com’è già successo per altre vertenze (come l’aeroporto Lisa).
La protesta del sindacato si aggiunge a quelle espresse negli scorsi giorni dal sindaco di Foggia, Franco Landella, e dal presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca. Ma sembra non esserci una proposta alternativa condivisa, il che rende facile il gioco di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia.
Il consiglio comunale di Foggia ha approvato una proposta organica per il rilancio del nodo ferroviario di Foggia (che potrebbe diventare un hub intermodale, anche attraverso la costruzione di una seconda stazione proprio sulla famigerata bretella).
La proposta (che era all’esame del consiglio provinciale nella seduta di oggi, ma è stata rinviata alla prossima seduta) è stata trasmessa alla Regione e all’azienda ferroviaria, ma non sembra aver ancora trovato il necessario ed auspicabile sostegno del “territorio”. Al momento, a schierarsi apertamente a favore è solo il sindacato autonomo Fast Confsal che in una nota scrive: “È l’unico progetto (ad alta redditività socio-economica) possibile, l’unico presentato, l’unico che potrà permettere alla Capitanata, e a tutto il resto della Puglia e di gran parte della Basilicata, di essere in rete garantendo così ai propri cittadini e alle imprese un’accessibilità territoriale ed un sistema integrato di mobilità veloce, sostenibile ed al passo coi tempi”.
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