OGGI
Su RaiStoria, per la prima volta in tv, stasera alle 22.35, il documentario pugliese di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini, In viaggio con Cecilia. Siamo nell’estate del 2012, e le due autrici hanno in programma di raccontare con un film on the road com’è cambiata la Puglia, loro terra d’origine nonché tema centrale dei documentari realizzati da Cecilia Mangini negli anni ’60. Ma, come racconta Mariangela Barbanente, “il film è cambiato in corsa perché la realtà ci ha sorpreso. Siamo partite con l’idea di raccontare come un territorio è mutato in 50 anni – in un confronto tra due sguardi diversi e grazie alla testimonianza dei documentari girati da Cecilia negli anni ’60 – ma quando siamo arrivate a Taranto, e poi a Brindisi, le due città, seppure in modo differente, si sono rivelate un laboratorio di quello che stava succedendo nell’intero Paese e ci siamo buttate nella mischia: abbiamo parlato con le persone che incontravamo, ci siamo confrontati con la loro storia. E il nostro viaggio da fisico è diventato emotivo. Un viaggio fatto di memorie passate, testimonianze presenti e riflessioni. Le immagini di oggi dialogano costantemente con quelle di ieri, in particolare con “Brindisi ’65” e “Tommaso” (1966), in cui Cecilia aveva già posto specifiche domande sul problema della industrializzazione meridionale, e con “Comizi d’amore ’80” (1982, realizzato insieme a Lino Del Fra) e ”Essere Donne” (1964) dove aveva analizzato i cambiamenti sociali e culturali relativi alla nascita e al radicamento di una nuova classe operaia e il ruolo della donna in una società così fortemente cambiata.”
In viaggio con Cecilia intreccia epoche e luoghi, gli archivi dialogano col presente indagando un luogo nella sua continuità.
Siamo nell’estate in cui un giudice ammette che Taranto è una città in ostaggio dell’inquinamento che l’acciaieria ILVA produce e ordina l’arresto del proprietario, Emilio Riva. Il viaggio diventa così l’occasione per confrontarsi con domande che Cecilia Mangini aveva posto al centro della sua ricerca: come guardare all’industria che riscatta una terra, che la traina fuori dalla sua dimensione arcaica, ma ponendola in un presente crudele e contraddittorio? Le riposte non possono che essere cercate nelle persone incontrate: prospettive personali ed uniche su di un tema collettivo che sembra destinato a metterci in discussione ieri come oggi.
Un documentario denso che svela i tratti di una Puglia profonda, e per molti versi sorprendente. Ha scritto FilmTV: “Mangini, classe 1927, ex «fascista sfegatata» a 15 anni, ex collaboratrice di Pier Paolo Pasolini, torna a camminare fra la gente della sua regione, a parlare faccia a faccia con i dipendenti dell’Ilva, con il primario di neonatologia di Brindisi che traccia l’incremento dei tumori nei bambini, con gli stessi volti, più vecchi di quattro decenni, che aveva inquadrato nei suoi documentari degli anni 60 e 70. Prende di petto ogni questione, si mette in gioco davanti alla macchina da presa, e in meno di un’ora e mezza Cecilia Mangini ricuce un discorso lasciato in sospeso quasi quarant’anni fa col suo ultimo lavoro, come se non l’avesse mai interrotto, e fotografa con lucidità folgorante una regione e un Paese.”
DOMANI
Domani sera, su Paramount Channel alle 21.15, il capolavoro di Michael Mann, Collateral, action movie mozzafiato in cui il regista americano torna a cimentarsi con il thriller metropolitano che aveva esaltato già in pellicole monumentali come Heat – La sfida.
Anche in Collateral si fronteggiano due antieroi, interpretati da Jamie Foxx e Tom Cruise (nell’insolito ruolo di “cattivo”).
Foxx è il tassista Max che al termine della giornata di lavoro viene ingaggiato da Vincent (Tom Cruise) affinché lo porti in giro per la notte. L’uomo non sa che il suo cliente è uno spietato killer che durante la notte dovrà uccidere cinque testimoni scomodi tra cui la procuratrice distrettuale Annie, ultima passeggera di Max prima dell’incontro con Vincent.
Girato per il 70% in digitale, il film è ambientato in una Los Angeles notturna e, per usare le stesse parole di uno dei protagonisti, “disconnessa”, nella quale ci si può trovare a lottare per la sopravvivenza come nella giungla; un sottofondo di musiche miscelate tra pop, jazz e techno accompagnano l’evolversi della trama verso l’inevitabile duello dei suoi interpreti.
Come in molti film di Mann l’azione ed il ritmo, intensissimi, sono lo strumento con cui il regista racconta il vuoto della modernità.
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