Chapeau, caro professor Licinio

La comunità scientifica e culturale rende omaggio a Raffaele Licinio, e mai tributo è tanto doveroso, buono e giusto. Allo stesso modo, mai tanto azzeccato è il titolo del volume, curato da Victor Rivera Magos e Francesco Violante e pubblicato da Edipuglia, che raccoglie gli studi offerti a Licinio da un foltissimo e qualificato gruppo di studiosi: “Apprendere ciò che vive”.
Raffaele (mi permetto di chiamarlo per nome e basta, in virtù della fraterna e antica amicizia che ci lega) ha dedicato tutta la sua vita ad apprendere e trasmettere ciò che vive, secondo l’insegnamento di Marc Bloch. Il titolo del volume si riferisce, come ricordano i due curatori nella “Biografia a mo’ di presentazione” che apre il volume, ad una conversazione tra lo stesso Bloch ed Henri Pirenne che, incontratisi a Stoccolma, decidono di andare a vedere prima di tutto il nuovissimo municipio. «Se fossi un antiquario – dirà qualche tempo dopo a Bloch l’insigne storico belga – , non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma sono uno storico. Ecco perché amo la vita». «Questa facoltà di apprendere ciò che vive – scriverà Bloch commentando le parole del suo collega nel suo Mestiere di storico – è la massima virtù di uno storico».
Per Raffaele Licinio la professione di storico non è mai stata un esercizio avulso dal presente. Quel che mi ha insegnato (e di cui gli sarò eternamente grato) è che conoscere, recuperare e tramandare la storia è una forma di impegno civile, culturale, e perfino politico.

Raffaele Licinio è splendidamente riuscito a far sua e a declinare la lezione gramsciana che «tutto è politica e la sola ‘filosofia’ è la storia in atto, cioè la vita stessa».
Si capisce dunque la ragione della scelta dei curatori che utilizzano la biografia di Raffaele quale presentazione del volume. Il suo percorso biografico e quello scientifico sono un tutt’uno.
Si parte dalla politica, dalle prime esperienze nei gruppi extraparlamentari, all’approdo nel Partito Comunista Italiano, che lo vedrà dirigente e protagonista di primo piano. Viene ricordato il suo contributo all’identificazione e all’arresto dell’omicida di Benedetto Petrone, accoltellato da una squadra di picchiatori fascista, ma anche l’impegno offerto, assieme alla sezione che dirigeva, alla discussioni dei temi urbanistici di Bari.
Il suo percorso scientifico ed accademico comincia all’Università di Bari, e s’intreccia profondamente con i fermenti culturali del capoluogo regionale, particolarmente vivi negli anni Settanta.
Laureatosi con una tesi in Storia Medievale, resta presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, prima come borsista in Filologia e Storia bizantina, quindi come assistente ordinario alla cattura di medievistica di Giosuè Musca. Partecipa alla fondazione de “I quaderni medievali” e collabora intensamente con Raimondo Coga, fondatore della indimenticabile e indimenticata casa editrice Dedalo.
Nelle sue ricerche si occupa di aspetti sovente trascurati dalla storiografia ufficiale: come il lavoro contadino o il paesaggio e le sue trasformazioni. Partecipa a due importanti cantieri di ricerca e di elaborazione: le sintesi di storia regionale prodotte dalla Rai e dalle case editrici Adda ed Electa  (curate da Giosuè Musca e Cosimo Damiano Fonseca) e la Storia di Bari diretta da Francesco Tateo, edita da Laterza.
In questo clima di vivacità scientifica e culturale vedono la luce la sue due più note pubblicazioni, che costituiscono ancora oggi un punto di riferimento per tutti quanti vogliano studiare il Medioevo, Castelli Medievali e Masserie medievali. Divenuto professore ordinario dell’ateneo barese dal 2001 e titolare di cattedra all’Università di Foggia (dove ha scelto di abitare),  Licinio ha intensificato il suo impegno di promozione della cultura storica rivolta sia agli studenti (le sue lezioni sono sempre gremite) che agli appassionati.
L’affermarsi della Rete come strumento di comunicazione lo vede attento e protagonista. Con un gruppo di studenti e collaboratori dà vita a siti che hanno scritto pagine importanti della storia del web, come Mondi medievali e Cinema e Medioevo.
La Rete lo vede ancora oggi protagonista di appassionate e vivaci dispute dialettiche, e proprio durante una di queste, qualche giorno fa, Raffaele mi ha informato della presentazione del volume e del fatto che ero stato io stesso citato dai curatori, assieme a Lettere Meridiane, e proprio nella biografia che introduce il volume.
Non me lo aspettavo. Ma il mio stupore è cresciuto quando l’ho letta, nel senso che non sospettavo che la straordinaria esperienza vissuta a Troia potesse aver avuto un ruolo così importante, non soltanto nella mia vita e in quella dell’allora sindaco della cittadina del rosone, Domenico La Bella (che mi aveva chiamato a far parte della Giunta, come assessore alla cultura” ma anche in quella di Raffaele Licinio.
Ecco quanto scrivono:

Ma era stato con i Grandi processi alla storia e la “Scuola laboratorio di Medievistica” realizzati a Troia con la collaborazione di Giuseppe Inserra, Domenico La Bella e dell’Anonima GR di Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli, che l’attività di didatta e ricostruttore di Raffaele aveva trovato pienezza di coinvolgimento e primi risultati strutturali. Furono inaugurati nel 1995 e rappresentarono forse il momento più intrigante di un impegno che Raffaele avrebbe implementato nel corso degli anni successivi, facendone vera e propria battaglia culturale e, per questo, politica.  

La scommessa di Troia era quella di recuperare le tracce dell’identità medievale della cittadina, attraverso iniziative che potessero coinvolgere gli strati più ampi della popolazione. Raffaele vinse alla grande quella sfida, tenacemente sostenuto da quel sindaco visionario che fu La Bella: disegnando e cucendo vestiti medievali, bandiere e stendardi, imparando danze e suonando melodie, o cucinando e rielaborando le antiche ricette del Medioevo, i ragazzi di Troia impararono a capire qualcosa di più delle loro radici.
Pubblicato nell’ambito di Mediterranea, collana di studi storici diretta da Angelo Massafra, Saverio Russo e Biagio Salvemini, il volume Apprendere ciò che vive – Studi offerti a Raffaele Licinio sarà presentato stasera alle 18.00, nell’auditorium di Santa Chiara, da Pasquale Cordasco, Massimo Miglio, Corrado Petrocelli, Gabriella Piccinni, Saverio Russo e Giuliano Volpe, alla presenza del festeggiato, Raffaele Licinio.
Nel corso della serata, che si svolge nell’ambito della rassegna “Appuntamenti con la Storia” organizzata dal Comune di Foggia in collaborazione con la Fondazione “Apulia Felix” e con l’Università degli Studi di Foggia – Dipartimento di Studi Umanistici – Cattedra di Storia Medievale, sarà presentato anche Uomini, terre e lavoro nel Mezzogiorno medievale, riedizione di alcuni lavori di Licinio a cura dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo. È prevista una riflessione di Franco Cardini, noto medievalista.
Edipuglia ha reso disponibili su Academia, sito che ospita i lavori della comunità scientifica internazionale, la presentazione di Victor Rivera Magos e Francesco Violante. Potete leggerla interamente cliccando qui.
Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

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