Matteo Renzi vince la prima fase delle primarie anche in provincia di Foggia, un po’ a sorpresa, perché questa volta per l’ex premier ed ex segretario, la sfida sembrava in salita.
Per Renzi si erano schierati l’europarlamentare Elena Gentile, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, l’ex segretario provinciale e consigliere regionale Dino Marino, e lo zoccolo duro dei renziani della prima ora (Giampiero Protano, Michele Salatto, Lorenzo Frattarolo) ma il grosso del partito stava con gli altri contendenti: il Pd di Manfredonia, con l’on. Michele Bordo in testa, spingeva per il ministro Orlando, il segretario provinciale ed assessore regionale Raffaele Piemontese e l’on. Colomba Mongiello sostenevano invece il governatore regionale Michele Emiliano.
La sfida è stata combattuta: Matteo Renzi l’ha spuntata con il 36,35%; Orlando si è classificato secondo con il 33,35%, Emiliano subito a ridosso, con il 29,27.
Mai come in questo caso, però, le percentuali lasciano il tempo che trovano, e più delle percentuali hanno senso le cifre assolute dei partecipanti alle primarie, di gran lunga inferiori a quelle precedenti. Anche se questa fase era riservata agli iscritti, e che per poter tirare le somme definitive bisognerà aspettare il 30 aprile, sembra proprio che il popolo delle primarie non ci sia più…
I votanti sono stati infatti 5.626 (2050 voti a Renzi, 1886 a Orlando e 1690 a Emiliano). Cifre che denotano un autentico crollo dell’affluenza alle urne degli scritti al Pd. Tanto per dare un’idea, al ballottaggio delle primarie del 2011, quando Renzi aveva perso la partita che lo vedeva opposto a Bersani, l’allora sindaco di Firenze aveva conquistato molti consensi di più, ottenendo 6.476 voti, che allora erano pari al 25,3%.
In sostanza, erano molti di più gli iscritti e i simpatizzanti che credevano a Renzi, quando questi era semplicemente uno sfidante, che non quelli che gli hanno confermato la fiducia in queste settimane.
In quelle primarie (che – va detto – erano primarie di coalizione e servivano a sceglier il candidato premier) il vincitore, l’allora segretario del Pd, Pierluigi Bersani aveva conquistato (sostenuto anche da Nichi Vendola) la bellezza di 19.079 voti, ovvero circa il triplo della somma dei voti ottenuti dai tre contendenti nelle primarie 2017.
Renzi aveva ottenuto poco più di seimila voti (6.036, per la precisione, pari al 19,6%) anche al primo turno di quel primarie.
Il raffronto è ancora più amaro per il “rottamatore” se si confrontano i dati delle primarie 2017 con quelli delle primarie del 2013. In questo caso, il confronto è più omogeneo, perché si trattava di primarie del Pd. In tutta la provincia di Foggia, i votanti furono allora quasi 25.000, ovvero circa il quadruplo dei votanti del 2017. Renzi conquistò oltre 11.000 voti, che gli permisero di attestarsi al 47,2%. I 2.050 ottenuti nella tornata 2017 sono ben poca cosa.
Renzi vince, ma frana. La sua è la più classica delle vittorie di Pirro.
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