OGGI
Onesto artigiano del cinema oppure grandissimo autore? Quando si parla di Clint Eastwood la domanda somiglia alla classica questione di lana caprina. Perché il buon Clint è l’una cosa e l’altra, e proprio in questo sta la sua grandezza.
Il suo cinema sfiora la perfezione, come s’addice al migliore degli artigiani. Attraversa con successo i generi più disparati, in un’autorialità diffusa che non può non lasciare incantato chiunque ami il cinema e punto. Uno dei film che meglio esprime l’essere autore a tutto tondo del nostro (ma anche d’essere grande interprete) è Debito di sangue. Sulla carta un thriller, in realtà molto di più.
Clint Eastwood lo dirige, e vi indossa i panni di Terry McCaleb, agente federale che vive su un piccolo battello attraccato nel porto di San Pedro, dopo essere stato costretto ad andare in pensione a causa di gravi problemi cardiaci che hanno richiesto il trapianto dell’organo. L’uomo è stato colto da un infarto mentre inseguiva uno spietato serial killer.
Ma la sua tranquillità non è destinata a durare molto. Il suo ménage cambia di colpo quando l’ex poliziotto apprende che la donna ispanica che gli ha donato il cuore è l’ennesima vittima del serial killer cui McCaleb ha dato invano la caccia. E tanto basta a fargli decidere di riprendere la caccia all’uomo, perché “non basta un cuore per essere vivo.” Ma un’amara sorpresa lo attende.
Il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Connelly. Curiosamente, il film incontrò una reazione piuttosto tiepida da parte della critica e anche al botteghino non ebbe un’accoglienza trionfale, incassando molto meno di quanto era costato.
Da non perdere. Stasera alle 21.00, su Iris.
DOMANI
“Se non fossi caduto, non avrei incontrato Abdel e non sarei qui a parlare con voi adesso… Sono state queste parole, pronunciate da Philippe Pozzo di Borgo nel corso nel nostro primo incontro a convincerci a fare di questa storia vera anche se improbabile il soggetto del nostro quarto film.” Così Eric Toledano e Olivier Nakache descrivono l’atto di nascita di Quasi Amici – Intouchables, la commedia francese uscita in sala nel 2012, che riscosse uno straordinaria successo, mettendo d’accordo critica e pubblico.
Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe (François Cluzet) assume Driss (Omar Sy), ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione – come badante personale… Per dirla senza troppi giri di parole, si tratta della persona meno adatta per questo genere di incarico.
L’improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica …
Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma, per quanto strano possa sembrare, prima dello scontro finale troveranno un punto d’incontro che sfocerà in un’amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata che li renderà… Intoccabili.
L’interpretazione di Cluzet e Sy è magistrale, la regia di Toledano e Nakache sicura, la scrittura intensa, il ritmo serrato. Un film da non perdere. Domani sera, alle 21.10, su Canale 5.
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